Il Cardinale e Presidente CEI Zuppi celebra la messa per ricordare il Beato Puglisi. " Il male lo vince chi è umile e semplice. Era sempre lui a far per primo la sua parte"

 

di Ambra Drago
Il Cardinale di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Matteo Zuppi ha concelebrato la messa in ricordo del martirio del Beato Puglisi, avvenuto trent'anni fa quando la mafia decise di eliminarlo. "Oggi le mafie sono meno evidenti sottolinea Zuppi,  ma diffuse e ramificate in molti Paesi, penetrate nell’economia. Le mafie gestiscono traffici di persone ridotte a merce, di droghe che disumanizzano e creano schiavi e schiavitù. Sono produttori di morte e guadagnano sulla morte. E la vostra Chiesa, con Padre Puglisi e tanti testimoni, aiuta tutta la Chiesa, specialmente in Italia, a comprendere e contrastare con consapevolezza il fenomeno". Anche il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha fatto riferimento al sorriso di Don Pino, quel sorriso che entrato nel cuore di chi lo ha conosciuto, come i suoi ragazzi di Brancaccio ma anche in tutta la comunità. " Padre Pino con il sorriso disarmato disarmava e dava cuore a chi incontrava, creava casa. Non era un prete antimafia secondo le etichette sociali e mediatiche. Peraltro, un cristiano, se è tale, è sempre contro le mafie! Era un prete, un prete buono, un cristiano, che divorava la Parola di Dio e non si è mai stancato di spezzarla per tutti e, proprio perché uomo di preghiera, combatteva per la libertà dei suoi ragazzi. Non condannava nessuno, ma cercava di salvare tutti come poteva, più che poteva. Non si è mai risparmiato. 

Amava farsi aiutare da tanti, chiedendo a ciascuno di fare un pezzo, il proprio, dando valore a questo. E lui era sempre il primo a fare la sua parte. Ecco la differenza tra il protagonista e l’umile lavoratore: il primo si serve degli altri, il secondo li serve; uno brilla di luce e la tiene per sé, il secondo accende di luce il fratello e la dona a chi è nel buio. Il primo ha sempre bisogno di farsi vedere, l’altro vuole far vedere chi non è visto, far parlare chi non è ascoltato, far conoscere la sofferenza che non trova comprensione.

Le mafie, cioè il male, si vincono tutti i giorni e con un amore fedele, che educa all’amore, senza opportunismi. Nella battaglia contro il male nessuno sia lasciato solo. Penso ai presbiteri, ai religiosi, ai laici che rischiano quotidianamente; così come penso ai magistrati e alle Forze dell’ordine che tengono fede al proprio dovere di uomini e donne dello Stato, che è di tutti e per tutti. Lo fanno ordinariamente, tutti i giorni, perché tutti i giorni siano normali la giustizia e il diritto. E aggiunge: "Se a Palermo qualcuno vuol trovare  Dio, quel Dio-Amore che Gesù ha mostrato, che non finisce e dona beatitudine, oggi lo trova nel corpo caduto in terra di Padre Pino Puglisi. Lui è il chicco di grano, caduto in terra e morto e lui, amico di Gesù, ci aiuta a non avere paura di amare sino alla fine. Il suo frutto lo viviamo anche noi oggi ed è la speranza che nelle situazioni più disperate si può sempre fare qualcosa, iniziando dalle cose piccole. 

Poi un riferimento alla fondazione nel cuore del quartiere di Brancaccio del "Centro Padre Nostro" gestito da Maurizio Artale.

"L’aver fondato il “Centro ” è stato uno dei gesti evangelicamente più rivoluzionari che potesse fare.Lo possono testimoniare i suoi ragazzi, che sono ormai adulti formati, molti dei quali sono presenti quest’oggi. Padre Pino li conosceva uno ad uno. Era loro amico. Non erano per lui una categoria o dei casi, ma dei nomi e delle storie.  Ecco cosa chiedono a tutti i recenti fatti di cronaca che hanno ferito anche la città di Palermo: serietà, educazione a una vita bella, più bella e appassionante di quella della strada e di quella strada che sono le pornografie digitali. E soprattutto tanta comunità! Così Padre Pino ci insegna che l’amore non è possesso o fisicità senza cuore, ma è sentimento, educati da Dio che insegna agli uomini ad essere umani". 

Infine il Presidente della Cei al termine della sua omelia ha ribadito come il frutto di quanto seminato da Padre Puglisi ancora rimane e ha aggiunto: "Grazie, Beato Puglisi. Insegnaci a scrutare la Parola di Dio e il cuore degli uomini, a servire e amare fino alla fine, a sorridere al prossimo e a costruire tanti centri Padre Nostro dove i giovani possano trovare il loro valore, la bellezza che hanno dentro, formare una comunità che sia una famiglia ed essere figli e fratelli"





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