In tale contesto, sono stati delineati i rapporti di affari tra Micalizzi e il gestore di una società titolare della gelteria Brioscià. In particolare, sarebbe emerso che Micalizzi avrebbe esercitato un pervasivo potere di controllo sull’attività commerciale, intervenendo in prima persona sia nella
scelta del personale da assumere che delle strategie da perseguire a livello aziendale.
Il tutto in virtù di un profondo legame fiduciario da cui anche l’imprenditore avrebbe tratto significativi benefici
economici, consistiti nella possibilità di espandere sul territorio la propria rete commerciale, anche attraverso la
costituzione di nuove imprese in conseguenza della dichiarazione di fallimento della citata società, intervenuta
nel 2021.
"L’esistenza di tale legame sottolineano dalla Guardia di Finanza, sembrerebbe altresì confermata dal fatto che l’uomo d’onore, in più occasioni, si sarebbe prodigato per risolvere questioni private dell’imprenditore, nonché per ricercare fonti di finanziamento e nuovi locali per l’apertura di ulteriori punti vendita e garantirgli al contempo la necessaria protezione rispetto a
richieste estorsive avanzate da altri esponenti mafiosi.
Inoltre, l’operatività delle gelaterie sarebbe stata fortemente condizionata dalla necessità di assicurare continui utili al sodalizio mafioso, destinati, tra l’altro, al sostentamento dei detenuti e dei loro familiari.
Proprio queste condotte avrebbero inciso notevolmente sulla situazione finanziaria della fallita, in ordine alla
quale sono state, altresì, riscontrate fuoriuscite di denaro prive di giustificazione, per un importo complessivo di
euro 1.511.855,60".
scelta del personale da assumere che delle strategie da perseguire a livello aziendale.
Il tutto in virtù di un profondo legame fiduciario da cui anche l’imprenditore avrebbe tratto significativi benefici
economici, consistiti nella possibilità di espandere sul territorio la propria rete commerciale, anche attraverso la
costituzione di nuove imprese in conseguenza della dichiarazione di fallimento della citata società, intervenuta
nel 2021.
"L’esistenza di tale legame sottolineano dalla Guardia di Finanza, sembrerebbe altresì confermata dal fatto che l’uomo d’onore, in più occasioni, si sarebbe prodigato per risolvere questioni private dell’imprenditore, nonché per ricercare fonti di finanziamento e nuovi locali per l’apertura di ulteriori punti vendita e garantirgli al contempo la necessaria protezione rispetto a
richieste estorsive avanzate da altri esponenti mafiosi.
Inoltre, l’operatività delle gelaterie sarebbe stata fortemente condizionata dalla necessità di assicurare continui utili al sodalizio mafioso, destinati, tra l’altro, al sostentamento dei detenuti e dei loro familiari.
Proprio queste condotte avrebbero inciso notevolmente sulla situazione finanziaria della fallita, in ordine alla
quale sono state, altresì, riscontrate fuoriuscite di denaro prive di giustificazione, per un importo complessivo di
euro 1.511.855,60".
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