Più di cinquanta autori in lingua siciliana – poeti, scrittori, autori di testi teatrali, di testi giornalistici, cantautori e "cuntisti" – hanno scritto e sottoscritto una lettera-appello per intervenire nel dibattito sul riconoscimento ufficiale della lingua siciliana. Questa iniziativa nasce dalla volontà di affermare una verità spesso ignorata: il siciliano non è solo un dialetto parlato, ma una lingua letteraria con una sua forma scritta abbastanza uniforme, consolidata negli anni grazie al lavoro di autori che la usano quotidianamente per raccontare, cantare e tramandare la cultura siciliana. Attraverso questa lettera, i firmatari chiedono il sostegno delle istituzioni culturali e politiche per garantire al siciliano un riconoscimento concreto e strumenti di tutela che permettano alla lingua di prosperare senza il rischio di essere relegata ai margini della cultura ufficiale e di essere condannata, così, all’estinzione.Gli autori sottolineano che il siciliano non è un dialetto privo di struttura, ma una lingua vera e propria, con grammatiche e dizionari, con una tradizione letteraria antica e contemporanea. “Sono i poeti e gli scrittori a dare forma e dignità alla lingua, a plasmarla con i loro versi, con i loro racconti, con le loro opere - si legge nella lettera-appello – È attraverso la letteratura che le lingue si consolidano, si raffinano” e il siciliano è già parte di questa realtà.
Uno dei punti cruciali dell’appello riguarda la falsa convinzione che il riconoscimento di uno standard scritto possa danneggiare le varietà locali. Gli autori rispondono con fermezza: “Niente di più falso. Il siciliano ha già un suo registro alto, una lingua letteraria abbastanza omogenea, usata nei secoli dai grandi autori e ancora oggi da noi poeti e scrittori”. Secondo gli autori, il siciliano scritto protegge la lingua, senza soffocare la vitalità delle varianti locali.
I sottoscrittori chiedono che il Disegno di Legge-Voto depositato all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) lo scorso 16 maggio venga sostenuto, per garantire al siciliano il riconoscimento che merita. “Una lingua che non si vuol far scrivere rischia di essere dimenticata e relegata a un ruolo marginale,” scrive il prof. Alfonso Campisi, ordinario di Filologia Romanza all’Università “La Manouba” di Tunisi, citato nell’appello. Questa consapevolezza guida la richiesta di un riconoscimento istituzionale, affinché il siciliano possa essere insegnato, sostenuto e trasmesso alle nuove generazioni.
La battaglia per la lingua siciliana non è solo un affare di poeti, ma riguarda tutti i siciliani. Così concludono la lettera-appello i loro autori: “La nostra lingua è canto, è racconto, è memoria. Difenderla significa difendere il nostro essere siciliani, significa difendere una parte importante della ricca e variegata cultura d’Italia”. Il testo intero della lettera è disponibile a questo indirizzo: https://accademialinguasiciliana.wordpress.com/2025/06/15/lettera-aperta-dei-poeti-e-autori-in-lingua-siciliana-per-la-difesa-e-la-valorizzazione-della-lingua-siciliana/
E’ ancora possibile sottoscrivere la lettera mandando una mail a accademialinguasiciliana@gmail.com
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