Torna sempre più alla ribalta, da Caltanissetta il dossier mafia-appalti, legato, si pensa, alla strage di via D’Amelio e alla morte del giudice Paolo Borsellino.
Mercoledì (ieri) l’ ex procuratore di Roma ed ex presidente del tribunale Vaticano Giuseppe Pignatone è stato infatti sentito dai pm della Procura di Caltanissetta che l'hanno iscritto nel registro degli indagati mesi fa con l'accusa di favoreggiamento alla mafia.
L'interrogatorio, condotto dal capo dei pm Salvo De Luca e dai sostituti Davide Spina e Claudia Pasciuti, è durato diverse ore.
L’ ex magistrato è indagato nell'ambito dell'inchiesta sul presunto insabbiamento dell'indagine su mafia e appalti, insieme all'ex pm di Palermo Gioacchino Natoli e al generale della Guardia di finanza Stefano Screpanti.Secondo i pm Pignatone, insieme all'ex procuratore di Palermo Pietro Giammanco, nel frattempo deceduto, avrebbe suggerito a Natoli e all'allora capitano della Finanza, di condurre "un'indagine apparente" sulle presunte infiltrazioni mafiose nelle cave toscane limitando temporalmente la durata delle intercettazioni e il numero dei soggetti da tenere sotto controllo.
Viene poi contestato a Pignatone di avere istigato Natoli a chiedere l'archiviazione del procedimento sulle cave "senza curarsi di effettuare ulteriori indagini con particolare riguardo alle intercettazioni telefoniche".
L'inquinamento dell'indagine e la successiva archiviazione sarebbe stata finalizzata, secondo l'accusa, ad aiutare imprenditori mafiosi.
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