Mafia:sequestrati beni del valore di oltre 16 milioni di euro.

La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo ha sequestrato, ai sensi della legislazione antimafia, beni del valore di oltre 16 milioni di euro. 

«Il Tribunale di Palermo -spiega la Dia- ha accolto la proposta della locale Procura della Repubblica per l'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale che ha colpito i proprietari di una delle catene di negozi più chic di Palermo». 
Il Centro Operativo Dia, «attraverso complesse ed articolate attività di indagini patrimoniali e personali, in sinergia con la locale Procura, ha consentito il sequestro della totalità delle quote sociali e dei beni aziendali della società »Bagagli srl« - con sede a Palermo, leader nel settore
vendita di articoli 'griffatì di pelle, scarpe, abbigliamento, accessori di abbigliamento, valigeria ed altro, con lussuosi punti vendita nel capoluogo siciliano, in provincia ed a Catania». 
I beni sequestrati «appartenevano all'associazione mafiosa »cosa nostra«, nella persona di uno storico »uomo d'onore« della famiglia di Palermo Centro ed al suo prestanome. Il sequestro -viene rilevato- ha riguardato le quote ed il complesso dei beni aziendali della società Bagagli srl e Bagagli sas, con sede a Palermo e le numerose location presenti nel »salotto« del capoluogo siciliano; a Catania ed a Bagheria». 
Sono stati colpiti dal provvedimento di sequestro 44 beni immobili tra appartamenti, magazzini e terreni; una rivendita di tabacchi; tre autoveicoli, una moto di grossa cilindrata; 26 rapporti bancari ed una imbarcazione di circa 20 metri. La misura patrimoniale, spiegano alla Dia, è stata applicata nei confronti di Filippo Giardina e Salvatore Milano. «La locale Procura della Repubblica, in completa sinergia con questo Centro Operativo Dia, ha condiviso l'esito delle risultanze info-investigative prodotte che hanno messo in risalto e le personalità del Milano e del Giardina e l'aspetto patrimoniale dell'attività commerciale». 
Milano «è uomo 'd'onorè storico della 'famiglia di Palermo Centro, già destinatario di condanne definitive per associazione mafiosa e di misure di prevenzione personali, in atto detenuto, agli arresti domiciliari, presso la propria abitazione». Giardina «è da considerarsi soggetto socialmente pericoloso, in relazione alla sua »vicinanza« ad alcuni affiliati all'associazione mafiosa, ed in particolare al Milano Salvatore, per conto del quale si è intestato fittiziamente quote di alcune attività commerciali di pregio operanti in Palermo, ma di fatto di proprietà dell'associazione mafiosa, ottenendo -sottolinea la nota- illeciti vantaggi economici nella gestione e nella conduzione delle stesse attività». 
«Sulla responsabilità e sulla pericolosità sociale del Giardina, la Procura della Repubblica ha tenuto conto anche delle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, che hanno delineato la sua figura ed il suo ruolo di prestanome nel rapporto con Milano Salvatore. A ciò addiviene, altresì, l'analisi della documentazione sequestrata al momento dell'arresto di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, nei cd 'pizzinì, i cui riscontri hanno avuto ad oggetto l'attività commerciale »Bagagli« e la sua riconducibilità, oltre che a Giardina, a Milano».Nel provvedimento di oggi, pur non essendo decisiva, in quanto dimostrato che gli stessi beni «risultano essere frutto di attività illecita o ne costituiscono il reimpiego», la Direzione Investigativa Antimafia è riuscita ad «evidenziare la sperequazione tra il valore dei redditi dichiarati dal proposto (e dai suoi familiari) ed il patrimonio dagli stessi acquisito. 
Importante è stato, altresì, l'attività della Dia volta a dimostrare l'esistenza di accordi, intrapresi dai formali intestatari dell'attività commerciale denominata »Bagagli«, con taluni soggetti in grado di subentrare, formalmente, nell'amministrazione nonchè nella compagine societaria della citata attività commerciale e di eventuali altre società alla stessa riconducibili, al fine di eludere eventuali provvedimenti magistratuali in materia di misure di prevenzioni patrimoniale eventualmente emessi nei confronti del Milano». Il provvedimento del Tribunale di Palermo ha disposto, pertanto, «il sequestro delle quote e del complesso dei beni aziendali della società Bagagli srl e Bagagli sas, con sede a Palermo e delle lussuose unità locali site in Via Libertà, in Via XX Settembre, in Via Messina, in Via Mariano Stabile, in Viale Strasburgo ed in Via Roma; a Catania in corso Italia ed a Bagheria in Corso Umberto I; di 44 beni immobili tra appartamenti, magazzini e terreni; una rivendita di tabacchi, due autoveicoli, una moto di grossa cilindrata, 26 rapporti bancari ed una imbarcazione di 20 metri circa, il tutto per un valore di oltre 16 milioni di euro».
(NotteCriminale)

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