Vigile urbano ucciso in casa, la compagna sente sparo al telefono

Ha sentito in diretta al telefono lo sparo che ha ucciso il suo compagno, Mirco Vicari, il vigile urbano di 38 anni, ucciso nella sua casa a Palermo. L'uomo stava rientrando nella sua abitazione dopo avere fatto la spesa e stava per iniziare il suo turno di servizio. Era al telefono con la compagna quando ha visto la porta di casa aperta e ha avvertito la donna che sarebbe entrato impugnando la pistola. La compagna ha udito lo sparo e poi più nulla. Vicari era separato e aveva due figli di 9 e 11 anni. Svolgeva attività di controllo nei mercatini rionali. 
La compagna di Vicari, anche lei vigile urbano, ha sentito la vittima gridare: "polizia", prima di udire lo sparo. Non è ancora chiaro se l'assassino abbia usato l'arma di ordinanza di Vicari o avesse un'arma propria. La casa del vigile era a soqquadro: circostanza che fa pensare alla rapina finita male. Ma gli investigatori non escludono altre piste. Vicari era noto per il rigore con il quale svolgeva le mansioni di controllo nei mercati rionali: qualcuno, che aveva motivi di risentimento, potrebbe averlo atteso a casa e potrebbe averlo ucciso poi simulando una rapina. 

Sarebbero fuggiti senza portare via la refurtiva, poi ritrovata dalla polizia accanto alla porta d'ingresso della casa che avevano tentato di svaligiare, i ladri che oggi hanno ucciso il vigile urbano Mirco Vicari. Accanto all'ingresso, infatti, la polizia ha trovato il televisore del vigile e, in un sacchetto, una macchina fotografica e altri oggetti di valore. La circostanza farebbe propendere gli inquirenti per la rapina finita male. Vicari avrebbe cercato di mettere in fuga i ladri e nella colluttazione sarebbe stato ucciso. I vicini, interrogati dalla polizia, avrebbero sostenuto di non avere visto i banditi fuggire e di essersi accorti di quanto era accaduto solo dopo l'arrivo degli investigatori.
(GDS)

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