Mezzogiorno nasce network università Sud per sviluppo Mediterraneo

Le Università del Sud unite in un progetto comune per il Mediterraneo. E’ questa la mission dell’iniziativa “Università della rete del Sud per la Cooperazione allo Sviluppo”, presentato a Palazzo Steri, a Palermo. Nel luglio 2011 era stato firmato un Protocollo di Intesa per dare vita ad un network degli atenei del Sud – coordinato proprio dall’Università del capoluogo siciliano – impegnati nell’ambito della cooperazione allo sviluppo, per promuovere progetti nelle aree disagiate del Maghreb, ma anche in altre realtà come il Sud Est asiatico e diventare un interlocutore con la società civile e il mondo istituzionale per sviluppare relazioni con gli attori del settore. L’esigenza è soprattutto quella di “rafforzare – ha spiegato Ennio Cadorna, delegato ai Rapporti per la Cooperazione Universitaria – il programma post-universitario. Tra i corsi avviati c’è quello per infermieri esperti in Neonatologia e Mutilazione dei genitali femminili, figure prima inesistenti. E adesso partirà un corso in Etiopia per esperti in conservazione di derrate alimentari in modo naturale”. Tra le iniziative previste anche quella di formare 20 giovani operatori in Cambogia per il restauro del patrimonio archeologico.
“La cooperazione italiana ha una lunga tradizione – ha detto il rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla -, nobile e rilevante. L’aspetto innovativo è la promozione da parte della direzione generale della Cooperazione allo Sviluppo del ministero degli Affari Esteri di una soft diplomacy, una presenza nella cooperazione culturale e scientifica internazionale”. “C’è una forte capacità di trasmettere sapere e conoscenze – ha affermato il direttore generale della Cooperazione, Giampaolo Cantini – portare cultura, cooperazione internazionale. Sono stato in Algeria e in Palestina, c’è una domanda fortissima del modello della piccola e media impresa italiane. Il sistema universitario soffre di crisi di sottovalutazione in realtà il nostro sapere è altissimo”, anche se “abbiamo subito una forte decurtazione delle risorse disponibili. Nel 2007 erano superiori al miliardo e 300 milioni di euro. Oggi non superano i 250″. Adesso però “c’è stata una inversione di tendenza: nel 2013 le risorse torneranno a crescere di 100 milioni. Nel Def il Governo propone al Parlamento un aumento del 10% annuo da qui al 2017”. (ITALPRESS)

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