“La lotta alla corruzione non ammette smagliature. Non costituirsi parte civile nel processo al funzionario del Territorio, che ha peraltro ammesso la colpa, è indubbiamente uno scivolone del governo regionale”: lo dice Mimma Argurio della segreteria della Cgil siciliana.
“Anche se le formule usate dall’Avvocatura dello stato fossero rituali- aggiunge- nella fattispecie è inammissile l’affermazione che un fatto di corruzione non desti allarme sociale. Ed è altrettanto inammissibile – dice ancora Argurio- che si faccia riferimento all’esiguità del danno, come se ci fosse differenza tra episodi di corruzione che movimentano grandi cifre ed episodi che spostano poche risorse”. Per l’esponente della Cgil “la lotta alla corruzione deve essere senza quartiere e avvenire a tutti i livelli. Non c’è corruzione più o meno accettabile, la corruzione è una e va estirpata e in questo caso, costituirsi parte civile, era per la Regione l’occasione per lanciare un messaggio chiaro di tolleranza zero. Come questa vicenda suggerisce- conclude Argurio- ci sono anche mentalità che vanno modificate e che portano taluni a pensare che se il danno è piccolo quasi quasi la corruzione può può essere tollerata”.
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