Palermo  14 settembre 2015 - Bijou Furaha Nzirirane, 38 anni, nata a Bukavu, nella Repubblica democratica del Congo, è la nuova responsabile provinciale dei migranti della Cgil di Palermo.  A Palermo da 16 anni, è laureata in Agraria.  Ha iniziato la sua collaborazione con la Cgil un anno fa:  ha lavorato al Nidil (nuove identità lavorative) e al Sol (sportello orientamento lavoro). Adesso il nuovo incarico:a nominarla anche il referente nazionale per l’immigrazione della Cgil, Kurosh Danesh. 
“Il Centro lavoratori stranieri  della Cgil di Palermo  si chiamerà d’ora in poi Sportello migranti. E’ aperto a tutti, alle donne, ai ragazzi, agli studenti,  ai richiedenti asilo, a chi perde il permesso di soggiorno,  ai giovani che sono alla ricerca di lavoro – annuncia Bijou Nzirirane, che prende il posto di Zaher Darwish  – All’Inca, al  Caf, al  Sol ma anche alla Flai  e alla Filcams, la categorie dell’agricoltura e del commercio,  ci stiamo attrezzando per allargare la nostra accoglienza  e creare un sistema per dare risposte in tutti i campi.  Sarà presto  un servizio diffuso in tutte quelle categorie che possono offrire  risposte concrete: non deve esistere più un ufficio  a parte per i migranti, tranne che per vertenze particolari. Ma i migranti alla Cgil  devono sentirsi a casa e considerarsi  parte di tutte le categorie. Apriamo le porte a   tutte le comunità presenti a Palermo, alla Cgil non facciamo distinzione, non esistono per noi  tipologie di migranti”. “La Cgil – aggiunge la nuova responsabile  – deve essere sentita sempre più come  punto di unione tra gli immigrati e le istituzioni, dobbiamo essere in grado di fare nuove proposte e di risolvere i problemi che la legge Bossi-Fini lascia aperti. Come si fa per la   contrattazione con le  aziende, così dobbiamo fare per i migranti”. 
Bijou Furaha Nzirirane, quinta di 13 figli, padre ingegnere meccanico e madre ex maestra,  è mamma  di un bimbo di quasi 4 anni che si chiama Samuri. Ha lasciato la sua terra  durante la seconda guerra del Congo.  Era a iscritta in Farmacia all’università di Kinshasa, la capitale.  Un sacerdote  congolese, Rigobert Minani, che era stato il suo insegnante di religione,  le propone di venire a studiare a Palermo.  “Padre Minani lavorava a Palermo con padre Cosimo Scordato – racconta -    Lo conoscevo per aver frequentato la scuola dei gesuiti: lì  aveva formato con noi studenti un gruppo di formazione per le  tematiche della democrazia e dell’accoglienza in Africa.  C’era la dittatura e durante quella terribile  guerra  non  potevo nemmeno tornare a casa a Bukavu a trovare i miei. Così decisi di accettare il suo invito”. 
A Palermo arriva  con un visto di studio e si iscrive  alla facoltà di  Agraria. Si  laurea nel 2008. E’ stata per tre anni presidente dell’associazione studenti stranieri dell’Università di Palermo. “Quando ho iniziato io,  nel 2000 – ricorda -  all’università di Palermo  eravamo appena una ventina. Adesso ci sono circa 500  studenti di diverse nazionalità.”.  Al primo anno di Università  usufruisce di un sostegno economico  dell’Ordine dei dottori agronomi. Nel frattempo alloggia al centro San Saverio di Cosimo Scordato. Dopo la laurea fa un dottorato di ricerca all’Università. Collabora  col centro ascolto del centro Astalli. E per 5 anni  lavora come interprete nella commissione territoriale della Prefettura per i richiedenti asilo.
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