L’alcol è uno degli argomenti del giorno


L’alcol è uno degli argomenti del giorno. Tanto se ne dice, ma sono solo i numeri che, più d’ogni argomento, ci danno la dimensione reale di quanto sia diffuso e preoccupante l’uso dell’alcol nei giovani: quasi 1 milione di maschi tra gli 11 e i 20 anni e 500 mila ragazze della stessa età sono a rischio per abuso di bevande alcoliche.
La scienza medica – quella vera – afferma, assieme ai rilievi statistici, che c’è un pesante aumento di giovani tee-agers, a partire da 12 anni, che abusano di alcol e arrivano al pronto soccorso in condizioni precarie. Questi ragazzi praticano il “binge drinking” ovvero bevono cinque o sei “drink” alcolici, bibite a base di frutta, spesso lime o linone, con un preciso obiettivo: lo chiamano “sballo”. E’ moderno, è trendy e “in”.

Nel 2012 si sono registrati 60 ricoveri in un solo pronto soccorso del centro di Roma, ma sono in crescita…

Fonti qualificate affermano oggi come avessero ragione le “madri coraggio” americane, nell’affermare che l’alcol è la droga più nociva della società, più di eroina, cocaina e altri “stupefacenti, come si diceva un tempo. Poi si parlava di …paradisi artificiali. La verità non è questa: la durata è così breve che presto ci si ritrova allnell’0iferno della tossicodipendenza. Fumo di tabacco e alcol non si allontano troppo dalle sostanze definite propriamente “droghe”. La sola vera differenza è che ognuna di queste altre sostanze non è proibita dalla legge, almeno in età maggiore…

Chiunque si può “farsi un drink” o quanti ne vuole senza incorrere nella legge. Ma, se è vero che l’alcol è solo al quarto posto come pericolosità per chi ne fa uso, venendo in questa graduatoria dopo eroina, crack e amfetamine, è pur vero che, sommando il danno che l’alcol fa all’individuo con il danno sociale, è proprio l’alcol che risulta il più pericoloso…

Il problema, come accennavamo, è che dietro a queste ubriacature si nasconde un disagio psichico generale. L’alcol attira i giovani perché li fa sentire più disinibiti e brillanti, costa poco, è “alla portata” e serve a fare cocktail con altre droghe più o meno leggere. E’ la strada che porta in fondo ad un pozzo…

E’ ben noto che quanto più giovani si cominci a bere, tanto più facilmente si diventerà schiavi della dipendenza, con difficoltà sempre maggiori ad uscirne. Tuttavia, si fa poco per combattere la piaga che danneggia in modo spesso irreparabile il corpo e la mente di giovani, giovanissimi e, talvolta persino un po’ meno giovani, ma di minor “carattere”.

A differenza di quanto deciso per i prodotti del tabacco, le sigarette e simili, sulle bottiglie di altre sostanze alcoliche e della stessa birra non c’è scritto che l’alcol danneggia la salute in modo grave, ma in Italia ci sono ben 3 mila ore di pubblicità televisiva che, in qualche modo, propagandano l’uso di alcol. Ce n’è quanto basta, visto che la cultura generalizzata parla spesso dell’alcol come qualcosa di allegro, di un momento puramente festoso e, addirittura, giocoso. Oppure di un “bon ton”.

Come, per altri settori, tolti di mezzo i provvedimenti repressivi – errati, ormai, per esperienza e definizione – solo la cultura del problema, l’educazione al bere – come in altre circostanze similari – può sortire gli effetti sperati. Solo l’esperienza, il buon gusto e la cultura acquisita potranno compiere ancora una volta l’opera che leggi da “proibizionismo” non sortiranno di certo.

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