Portaborse all’Ars, Micciché su Fb: “La proliferazione delle assunzioni? Facile profezia” Il presidente in un post: “Ho posto io il problema alla Corte dei conti. Criteri da rivedere” “Perchè i tagli dal prossimo anno? Contratti già stipulati”

Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, su Facebook interviene sulla pioggia di assunzioni di collaboratori e portaborse effettuate dai gruppi parlamentari: “Non era difficile immaginare quel che sarebbe accaduto nei gruppi parlamentari al momento di contrattualizzare i collaboratori dei singoli deputati regionale che, da questa legislatura, hanno a disposizione 58 mila euro ciascuno, così come prevede la legge del 2014 voluta dal governo Monti e recepita acriticamente dall’Ars. Non a caso, a gennaio scorso, decisi di inviare a tutti i presidenti dei gruppi parlamentari una nota con la quale raccomandavo di contrattualizzare collaboratori “chiamati a svolgere unicamente compiti e mansioni coerenti alla natura del Gruppo e per fare fronte alle esigenze di funzionamento dello stesso” e che “percepiscono, entro il limite del contributo erogabile, una retribuzione adeguata ai compiti e alle mansioni svolti da ciascun lavoratore, fermo restando quanto previsto dalla normativa…”. “I gruppi parlamentari hanno, invece, polverizzato le risorse messe a loro disposizione, facendo lievitare le assunzioni – sottolinea Miccichè -. Sono stato io stesso a porre il problema al presidente della Sezione di controllo della Corte dei conti, Maurizio Graffeo, le cui conclusioni, dopo attenta istruttoria, hanno confermato le mie fondate preoccupazioni. Dal prossimo anno, però, si cambierà registro”. Il presidente dell’Ars spiega perché i tagli verranno effettuati dal prossimo anno e non subito: “Qualcuno, con insolenza ed ignoranza – ma che volete: la mamma dei cretini è sempre incinta - mi ha chiesto: perché fra un anno e non subito? Perché ci sono contratti già stipulati che non possono essere rescissi, se non a rischio di lunghe e costose vertenze. Dispiace che alcuni gruppi parlamentari, che predicano il “taglio” incondizionato delle spese, si siano adeguati all’andazzo generale. La demagogia la lasciamo a chi è professionista nel predicare male e razzolare peggio”.

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