“Nessun passo indietro rispetto alla parità di genere nelle assemblee elettive dei Comuni siciliani, anzi occorre pensare a riformare la legge per l’elezione del parlamento regionale prevedendo pure la doppia preferenza di genere.
Oggi in I commissione Ars ho avversato il Ddl che vuole la cancellazione di una delle conquiste di cui la Sicilia è stata antesignana nella rappresentanza delle donne nelle Istituzioni locali. Prima che l’Ars intervenisse prevedendo il 30% come limite di genere nelle liste provinciali per l’elezione del parlamento siciliano, a livello nazionale le donne negli organismi elettivi erano solo il 6% ed in Sicilia c'erano solo 3 donne su 90 parlamentari regionali. Oggi con la doppia preferenza di genere per l’elezione dei Consigli comunali abbiamo raggiunto il 30%. Qualcuno vuole che la Sicilia assomigli al Burundi in termini di parità di diritti e partecipazione delle donne. Non lo permetteremo. Chi fa politica ha il dovere di promuovere azioni e leggi che con un valore impositivo accelerino i processi culturali di affermazione dei principi democratici. Taluni diritti fondamentali sono il frutto di battaglie fatte sia nel parlamento nazionale che in quello regionale. Solo dopo tanti anni si cominciano a vedere CdA con donne, ma ancora, ad esempio, sono pochi i leader politici in rosa. Su questi temi non si può arretrare. Organismi internazionali come l’Onu e la stessa Unione Europea sono in prima linea per garantire la parità di genere nelle Istituzioni democratiche. La Sicilia sia ancora anticipatrice dei processi e delle conquiste democratiche”. Lo afferma Eleonora Lo Curto, capogruppo dell’Udc all’Assemblea regionale siciliana.
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