di Ambra Drago
Non é stato mai scoperto il tesoro di Totò Riina, comunque la sua famiglia si trova adesso a dover pagare un conto molto salato.
Lo Stato infatti ha presentato ai familiari del padrino corleonese di Cosa nostra, morto il 17 novembre 2017, una cartella esattoriale, emessa da Riscossione Sicilia, di circa 2 milioni di euro.
Sarebbe il dovuto per le spese sostenute per il mantenimento in carcere di Riina, arrestato a Palermo il 15 gennaio del 1993 dopo 23 anni di latitanza. La cifra corrisponderebbe alle spese sostenute per i 24 anni trascorsi al 41 bis.
La procedura di recupero del credito sarebbe stata attivata, attraverso il ministero della Giustizia, dal carcere di Parma, ultimo istituto penitenziario in cui il boss e' stato detenuto, prima di morire .
Per il legale di Riina, Luca Cianferoni la legge escluderebbe espressamente che il rimborso per le spese di mantenimento in carcere si estenda agli eredi del condannato.
E’ probabile quindi che la cartella venga contestata e si aprirà un lungo contenzioso dagli esiti imprevedibili.
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