Mafia e scommesse online, sequestro da 7 milioni all'imprenditore Enrico Splendore


di Ambra Drago
La sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo ha disposto il sequestro di beni mobili e immobili, aziende, disponibilità finanziarie, contanti, dal valore complessivo di circa 7 milioni di euro nei confronti del noto imprenditore Enrico Splendore. 

Tra i beni sequestrati  il "BAR SPLENDORE", un' attività commerciale nel quartiere di Settecannoli, controllato dalla cosca mafiosa di Corso dei Mille.Il provvedimento ha poi colpito  quattro immobili a  Palermo, il compendio aziendale del “Bar SPLENDORE” - avviata attività commerciale di bar e scommesse sportive ubicata nel quartiere Brancaccio-Settecannoli la cui gestione è attualmente operata da altra società - la ditta “SPLENDORE Enrico”, esercente l’attività di procacciatore d’affari, il 10 % delle quote societarie della “Di Filippo Bus s.r.l.” di via Messina Montagne, 14 conti correnti e 4 autovetture. 

 Le indagini delle Fiamme Gialle hanno permesso di far emergere la  vicinanza diSplendore  con esponenti di spicco del mandamento mafioso di Brancaccio, quale Pietro Tagliavia, trovando conferma anche nelle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia (Bonaccorso Andrea, Lo Verso Stefano), che hanno descritto l’aiuto fornito all’imprenditore nell’esercizio delle sue attività.

L'imprenditore infatti è da sempre uno dei principali punti di riferimento cittadini nel settore delle scommesse sportive. Fin dagli anni ’90 ha esercitato abusivamente l’attività, poi proseguita parallelamente a quella legale. 

Splendore ha riportato  una condanna irrevocabile per esercizio di giochi d’azzardo nel 1990 e condannato, in primo e secondo grado, per l’art. 416 c.p., per essersi associato con altre persone allo scopo di commettere più reati di esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa dal gennaio 2007 al settembre 2010.

E’, quindi, emersa una significativa sproporzione tra il loro valore e i redditi dichiarati, su cui è stata fondata la proposta di sequestro, che la Procura della Repubblica ha avanzato, all’esito di lunghi e laboriosi accertamenti, alla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale.








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