Commemorato Pio La Torre e Rosario Di Salvo a 37 anni dall'omicidio. Mattarella: "Esempio di impegno civile"

di Ambra Drago
Il ricordo del segretario regionale del Partito Comunista Pio La Torre e del suo autista Rosario Di Salvo, uccisi da Cosa nostra il 30 aprile del 1982, è avvenuto con la deposizione di una corona di fiori in via Li Muli alla presenza del sindaco Leoluca Orlando, del prefetto Antonella De Miro e del segretario regionale del Pd Davide Faraone.Un messaggio è arrivato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: "L'evento di oggi - scrive ancora Mattarella - costituisce una ulteriore, preziosa, opportunità, per mantenere viva la loro testimonianza, e quella di tutte le vittime della mafia, incoraggiando il radicamento della cultura della legalità soprattutto nelle nuove generazioni. In tale prospettiva assume una peculiare valenza il Progetto educativo antimafia, promosso dal Centro La Torre, che concorrendo concretamente a sensibilizzare gli studenti italiani sulla percezione del fenomeno mafioso, offre un significativo contributo nel percorso di contrasto alla violenza e alla sopraffazione".


L'esempio di Pio La Torre passa attraverso l'impegno costante del Centro che porta il suo nome e guidato da Vito Lo Monaco:"Tocca alle nuove generazioni farsi carico della sconfitta delle nuove mafie presenti in tutto il territorio nazionale ed internazionale che sono più opache, sommerse, e delle loro reti di relazioni con le aree grigie minoritarie del mondo delle professioni, degli operatori economici, dei politici e burocrati corrotti e collusi che mortificano la stragrande maggioranza degli onesti. relatori ufficiali alla manifestazione sono gruppi di studenti del Nord, Centro e Sud Italia. Abbiamo concordato questa scelta per sottolineare il passaggio generazionale del testimone dell’impegno antimafia. La mafia di venticinque/trentacinque anni fa è stata sconfitta grazie alla legge Rognoni-La Torre voluta dal Parlamento dopo l’uccisione di La Torre e del Prefetto Dalla Chiesa, ben attuata dai corpi e istituzioni dello Stato e ben sostenuta da un ampio, trasversale movimento popolare di lotta contro le mafie, al quale da 33 anni contribuisce il Centro Studi Pio La Torre".



"Viviamo - ha continuato Lo Monaco - una fase storica che, soprattutto nel nostro paese, ha visto crescere sempre più l’equivalenza tra impresa corruttiva e impresa mafiosa, ma anche una maggiore presenza attiva della Chiesa contro le mafie e la corruzione e una maggiore consapevolezza della società civile della pericolosità del fenomeno mafioso per la democrazia e per la libertà del mercato, per i diritti del lavoro, i diritti naturali, quelli civili e politici. Non a caso nel corso di questi anni sono cresciute le denunce da parte delle vittime di estorsioni o di intimidazioni mafiose, dimostrando le capacità dello Stato democratico e la fiducia verso la sua azione di contrasto alle mafie".
Nè l'antimafia né il ricordo delle vittime di mafia - ha concluso Lo Monaco - possono essere una maschera di cartone che nasconde il volto vero del carrierista politico o imprenditoriale, quello che serve è l'impegno etico e sociale. Non a caso, quando era ancora in vita, Pio fu definito da Cesare Terranova, anche lui ucciso dalla mafia, “incorruttibile e comunista”. I principi etici e di cambiamento sociale hanno ispirato uomini di diverso orientamento politico come Pio La Torre, Piersanti Mattarella e tutti quei servitori dello Stato e della società civile caduti nella lotta antimafia per migliorare il paese. È questo il nodo da sciogliere che consegniamo ai giovani chiedendo una classe dirigente non divisiva che dia fiducia ai cittadini e una società che abbia più fiducia e più controllo democratico dei governanti, come chiedeva Antonio Gramsci, per rendere compiuta e giusta la democrazia".

Successivamente un altro momento significativo è avvenuto all'interno dell'atrio di Palazzo dei Normanni alla presenza del presidente Gianfranco Miccichè.


"Per quella che è una prima volta dell’Assemblea regionale: “Ciò che va contrastato – ha detto il presidente del Parlamento di Sala d’Ercole, Gianfranco Miccichè – è il malaffare. In passato invece questo palazzo, questa assemblea, veniva visto come qualcosa di oscuro, da combattere. Era un errore". Alla mattinata ha partecipato anche il Presidente della Commissione regionale Antimafia, Claudio Fava:
"La politica è fatta di ascolto per poter percepire i bisogni dei cittadini e mettere in pratica le esigenze e le istanze che provengono dal popolo. La Torre sapeva personificare in pieno questo modo di fare Politica con la 'P' maiuscola e di comprendere la pericolosità della mafia e saperla combattere fino all'estremo sacrificio".

Avrebbe dovuto partecipare il segretario del Pd, Nicola Zingaretti che ha inviato un messaggio :""Oggi è fondamentale unirsi e mobilitarsi contro le mafie per dare, ciascuno secondo il proprio ruolo, un contributo attivo a una battaglia fondamentale per il futuro del nostro Paese. Sono trascorsi trentasette anni dall'uccisione di La Torre. Dopo tanto tempo le sue battaglie sono quanto mai attuali. Penso in particolare a un aspetto che ritengo determinante e che ha orientato in questi anni anche tante mie scelte da amministratore: l'idea forte e, per quei tempi, davvero innovativa, che il terreno su cui combattere le mafie non sia soltanto quello della repressione dei fenomeni criminali, e quindi del dovere di sostenere l'attività delle Forze di Polizia e della Magistratura, ma anche quello che concerne la necessità di un'azione incisiva nel tessuto sociale, promuovendo l'uguaglianza, la libertà delle persone, la loro partecipazione democratica, le occasioni di condivisione e incontro delle comunità". 

"Con la risposta compatta delle forze sociali e dell'economia sana - scrive ancora nel suo messaggio Zingaretti -, con la creazione di sviluppo e benessere comune, soccombono le mafie. Pio La Torre fu tra i primi a capirlo, e a mettere in atto coerentemente questo principio con un'azione politica forte e coraggiosa. Assumendosene in prima persona i rischi e i pericoli. Pio La Torre capì che la prima questione politica per togliere ossigeno alle mafie era promuovere la crescita e lo sviluppo della Sicilia e del Paese. La mia speranza è quindi che il 37° anniversario dell'assassinio di Pio La Torre sia l'occasione per tutti di riscoprire i valori autentici della politica nell'esempio di un grande uomo che ha speso la sua vita per l'affermazione dei diritti e delle libertà dei cittadini, contro l'oppressione e il condizionamento delle mafie".


Ma un ruolo chiave accanto alla politica lo svolgono le future generazioni , come testimoniato dai diversi studenti che sono intervenuti nell'atrio del Palazzo Reale.
Dobbiamo combattere le nostre paure e batterci per un’Italia libera dalle organizzazioni criminali, libera dal pizzo e libera dall’omertà. Ogni cittadino deve saper riconoscere questo impegno come un diritto e un dovere civico e proseguire in questa ferma volontà che ha davanti a sé già un sentiero tracciato dagli uomini che sono stati uccisi per questo", così i giovani studenti dell'IISS "Giuseppe Greggiati" di Ostiglia (Mantova).



"La mafia oggi è sicuramente meno visibile rispetto agli anni caldi del recente passato, oggi si è inserita in contesti economici e politici con estrema destrezza, tanto da essere poco percepita. La Lombardia, la nostra regione, per esempio, è la quinta regione italiana per infiltrazioni mafiose, presenti soprattutto nel business del cemento e dello smaltimento dei rifiuti. La criminalità organizzata è ormai una metastasi diffusa su tutto il territorio nazionale. L’elemento chiave per combattere questo sistema è la conoscenza e quest’ultima inizia dai banchi di scuola ed ecco perché i giovani rappresentano il futuro di questa lotta".

"Non possiamo continuare ad illuderci che la mafia sia una realtà a noi estranea, relegata in specifici ambienti, ciò significherebbe abdicare all'impegno personale da cui ogni cittadino non deve e non può esimersi senza divenire complice della rete di paura, omertà e vile indifferenza su cui la mafia ha costruito il proprio potere". Questo l'invito lanciato dai giovani ragazzi del liceo "Vittorio Emanuele II" di Palermo. "Occorre tuttavia ricordare che tutti, nella nostra sfera d’azione, nel nostro piccolo, abbiamo il dovere di combattere la mafia, anche se possiamo poco, è necessario offrire il proprio contributo perché ognuno di noi è una tessera della storia che abbiamo il dovere di non sotterrare".

"La mafia, penetrata nel tessuto sociale e stratificatasi per anni in un contesto periferico in cui ha trovato terreno fertile, è diventata via via mal costume e come tale non ha avuto bisogno di manifestazioni eclatanti". Questa la testimonianza dei ragazzi dell'Iti "Michael Faraday" di Ostia (Roma). "Essa si è infiltrata piano piano tra l’indifferenza generale ed ha inquinato la città che si è abituata alla corruzione, all’immobilismo, all’omertà, al non vedere, al non sentire, al non denunciare, che ha visto crescere nuovi modelli vincenti in coloro che non rispettano le regole, negli arrampicatori sociali, negli opportunisti, nei corrotti. Le prime vittime di questo sistema malato sono i giovani, cui sono stati rubati i sogni, che respirano aria inquinata, che non riescono più a credere alla giustizia, alla correttezza, alla lealtà, all’onestà; chiusi in se stessi e cresciuti in un contesto malsano riproducono nella quotidianità scolastica e sociale questi modelli di comportamento, ritenendo giusti atteggiamenti astrattamente riprovevoli, ma che invece fanno parte della loro consuetudine di vita".
"L'eredità umana e politica di Pio La Torre è più che mai viva. Il suo esempio determina una presa di coscienza, conoscenza e partecipazione attiva sul territorio". Questo il messaggio dei ragazzi che prestano il servizio civile presso il Centro Pio La Torre. "Oggi che la mafia assume dei caratteri diversi, noi giovani generazioni non dobbiamo sicuramente dimenticare il passato e pensare che la mafia sia stata sconfitta, ma prenderci carico delle istanze di rivalsa nei confronti di un sistema che non ci appartiene. Inoltre il costante ricatto dell’instabilità economica, specialmente in Sicilia, dove la criminalità organizzata e l’assenza di reali investimenti nel mondo del lavoro, ha portato noi giovani ad un progressivo abbandono del nostro territorio. È necessario occuparsi della formazione, di cui noi giovani siamo parte attiva, e proporre nuove prospettive lavorative e sociali per invertire la rotta perseguita sino ad oggi".

A chiudere la manifestazione lo spettacolo dell’Opera dei Pupi di Angelo Sicilia dal titolo “L’omo curaggiusu. Vita e morte di Pio La Torre”, tratto da un atto unico di Vincenzo Consolo.

Nessun commento:

Posta un commento