San Giuseppe: non solo il 19 marzo - A Partinico le “mense di San Giuseppe” rivivono in maggio

di Grazia Gulino
Ai più apparirà oltremodo incredibile. Nulla di strano invece, ma tutta opera degli studenti della classe 1 D dell’IPSEOA “Danilo Dolci”. I giovani discenti, dopo accurate ricerche e certosino studio interdisciplinare, sapientemente guidati dai loro docenti, hanno portato a termine l’unità di apprendimento, contemplata dal progetto formativo individuale, che ha avuto per oggetto uno spaccato della tradizione popolare siciliana: “Le mense di San Giuseppe”. Il fermento collettivo si è avvertito sin dalla prima ora.
Dopo un briefing iniziale con gli insegnanti, ciascuno studente si è preparato per il momento “speciale”. Alcuni, con puntuale professionalità, hanno allestito l’angolo rinfresco, prestando scientifica attenzione a che il tovagliato fosse ben posizionato sulla tavola, pronta ad accogliere vassoi ricchi di prelibatezze sicule: dalle cassatelle con ricotta, alle arancine, ad altri dolcetti tipici, il tutto accompagnato da un fresco passito di Pantelleria, servito rigorosamente solo agli adulti (per i ragazzi solo succhi di frutta). Altri hanno ordinato le slide da mostrare agli astanti, chiedendo, con disarmante pudore, le ultime indicazioni ai propri insegnanti.
Dai loro occhi traspariva il desiderio di ricevere la silente approvazione da parte di chi per mesi li ha guidati in questo nuovo percorso di crescita didattica, sociale e culturale. Una crescita non facile, soprattutto per i ragazzi  con qualche difficoltà di base, ma raggiunta con orgoglio.  A rompere il ghiaccio sono stati Elyson e Marco e via via gli altri compagni. Emozionati ma alteri nelle loro impeccabili divise, indossate con disinvoltura, i giovani “ambasciatori” della tradizione, e culturale e enogastronomica, hanno esposto in italiano ed in francese, quanto appreso e rielaborato nei mesi di lavoro che hanno portato avanti.  Dinanzi ad una platea di compagni, di insegnanti dell’istituto e di una delegazione del Lycèe Professionnel Hotelier  “La Renaissance” Saint Paul, di La Rèunion, nonostante la velata timidezza di fondo, ciascuno di loro è riuscito a dare il meglio di se, sia durante il momento illustrativo che dimostrativo. Egregiamente hanno saputo rappresentare e trasmettere il patrimonio identitario dei valori fondanti della comunità siciliana. Tutti hanno mostrato competenza e professionalità, gratificando se stessi in primis ed i loro docenti in secundis. 
Certamente grande plauso va rivolto all’intero consiglio di classe che nel redigere il PFI, ha tenuto conto dell’alto valore educativo della tradizione demoetnoantropologica, tanto da inserire l’UDA sulle mense, ed ha successivamente seguito i ragazzi con costanza. Il risultato di tutto ciò è stato il brillante esempio di una ben riuscita azione co-educativa. E poi è proprio il caso di dirlo: attorno alla mensa di San Giuseppe “fuori tempo” tre isole - Sicilia, La Rèunion e Pantelleria - hanno miscelato il loro innato vulcanico calore dando vita ad un gioioso momento aggregativo. 

   

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