Presentato “Pedofili. Come intervenire”, saggio della psicoterapeuta Angela Ganci 

di Franco Verruso 
Il libro “Pedofili. Come intervenire” della psicoterapeuta e giornalista Angela Ganci con semplicità espositiva, rigore scientifico, interesse per la prevenzione a opera degli adulti e a beneficio dell’infanzia abusata, propone la trattazione di un tema alquanto delicato, attualissimo e dibattuto, come la pedofilia. Pur non pretendendo di fornire rapide soluzioni, immediate e definitive, il testo lascia parlare i dati scientifici della letteratura sulle conseguenze psicologiche, fisiche e sociali dell’abuso sui minori e sulle possibili terapie rivolte all’autore di reato, alla stessa vittima e a chi si dedica alla sua tutela.
“Pedofili”, saggio sulla violenza e l’abuso infantile, è un argomento che smuove la sensibilità pubblica e privata, un volume consigliato ai genitori e alle scuole, ma anche agli addetti ai lavori, medici, insegnanti, esperti della protezione dell’infanzia, un libro che descrive, anche attraverso l’utilizzo di immagini stilizzate ed esemplificative, un grave fenomeno criminale e penalmente da perseguire, fornendo uno sguardo clinico che aiuti la vittima a uscire dalla spirale della violenza e alle famiglie a riconoscere le tattiche di adescamento del pedofilo, soprattutto nelle forme della violenza online, così da prevenire l’insorgenza della violenza. “Pedofili.
Come intervenire” è suddiviso in due parti: nella prima, comprendente i primi due capitoli, illustra le varie tipologie di abuso sui minori, dalla violenza fisica a quella sessuale fino alla trascuratezza, sono elencati i fattori di rischio e di resilienza (come la forza dei legami sociali presenti al momento della violenza e dei legami interni alla famiglia), descrivendo in modo puntuale gli effetti immediati del maltrattamento sui versanti di tipo cognitivo (come i disturbi attentivi e del linguaggio), emotivo (come l’ansia e la depressione) e comportamentale (come l’aggressività o l’ansia sociale), per concentrarsi subito dopo sulle ripercussioni della violenza sul cervello e sulle aree deputate alla regolazione emotiva (in particolare focalizzando il rapporto tra stress e deterioramento dell’ippocampo e dell’amigdala (parte dorsomediale del lobo temporale del cervello che gestisce le emozioni, ndr) , deputati all’iperattivazione dello stato di pericolo e al recupero dei ricordi). Un’ampia trattazione è dedicata anche alle conseguenze a lungo termine dell’abuso, in particolare, nelle forme del disturbo post-traumatico da stress, dei sintomi depressivi,dei disturbi di personalità e psicotici. Nella seconda parte del libro, comprendente gli ultimi due capitoli, si entra quindi nel vivo del tema della pedofilia. Dopo una definizione del termine e una disamina delle caratteristiche di personalità del reo, del genere di appartenenza e delle azioni concrete di abuso da questi perpetrati (sostanzialmente finalizzate alla conquista della fiducia della vittima), ci si addentra nell’analisi delle origini del disturbo, secondo una prospettiva che tiene conto tanto dei fattori ambientali che personali, posando infine lo sguardo sulla prevenzione del fenomeno. Da qui delinearsi gradualmente il ruolo dei genitori e della scuola, e le azioni preventive che essi possono mettere in atto a protezione dell’incolumità del minore, specie quando la pedofilia è perpetrata online nelle forme del grooming, approccio online finalizzato all’instaurarsi di una relazione di fiducia con il minore e all’abbattimento delle difese, culminante non di rado in incontri reali, durante i quali abusare sessualmente del minore, incapace di comprendere la portata non affettiva, ma invasiva e lesiva, del gesto. Molti nel libro, i consigli rivolti agli stessi minori, finalizzati alla denuncia di qualsiasi abuso, anche solo sospetto, una specie di “allarme funzionale” di fronte a richieste poco chiare e minacciose, come invio di foto personali a utenti appena conosciuti in Rete. Riguardo alle terapie, invece, la dott.ssa Ganci, senza peccare di facili ottimismi, evidenzia potenzialità e limiti dell’intervento sul pedofilo, rifacendosi al carattere egosintonico del disturbo pedofilico, fonte di gratificazione per la carica di piacere che esso apporta, quindi resistente di norma alla psicoterapia, descrivendo le finalità di una psicoterapia che supporti l’autostima delle vittime “al fine di ristrutturare un’immagine di sè sporca e peccaminosa e riacquisire fiducia nel mondo”, “perdonando se stessi e gli adulti non competenti”, ridando a esse e alle famiglie dignità e serenità. “Pedofili”, un messaggio sociale e un impegno professionale di lotta all’abuso, che l’autrice ulteriormente sostanzia proponendo, nell’appendice finale del libro, le attività svolte dallo Studio di Psicoterapia di cui è titolare e in programmazione, che spaziano dalla violenza domestica alla criminologia ai differenti aspetti problematici dell’età evolutiva, come i disturbi del comportamento alimentare o i disturbi specifici di apprendimento, fino al fenomeno del bullismo e del cyber bullismo (attacco continuo mediante gli strumenti della rete), alla cui genesi un ruolo non indifferente svolgono esperienze infantili, di ordine familiare e sociali, di disadattamento e maltrattamento.

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