Petralia Sottana ha ricordato Terranova e Lenin Mancuso. Agueci:"Fu un precursore della lotta alla mafia"

“C’è stata una bellissima collaborazione- esordisce Leonardo Agueci-ex procuratore aggiunto del Tribunale di Palermo -nell’organizzare questa giornata a Petralia Sottana dedicata al giudice Terranova e al maresciallo Mancuso anche da parte di tutti i familiari. La famiglia Terranova e la mia famiglia si frequentavano durante il periodo estivo. Io giovane studente liceale e poi universitario vedevo questa figura in modo mitico. Grazie a lui ho coltivato l’idea di fare il magistrato, è stato un modello. Poi le volte che l’ho incontrato mi ha dato dei consigli con spirito quasi paterno ma poi purtroppo l’ho rivisto quando il feretro è stato portato al Palazzo di Giustizia di Palermo.Credo che la mia vita di magistrato deve molto a lui”.Sotto il profilo professionale Leonardo Agueci, già procurato aggiunto del Tribunale di Palermo ha evidenziato come il giudice Terranova era stato il primo a cogliere l’ascesa dei corleonesi in un periodo antecedente alla prima guerra di mafia ovvero quella tra La Barbera e i Greco.

“In un epoca combattere -continua Leonardo Agueci- la mafia era come muoversi nel deserto. Non c’erano conoscenze, leggi e mezzi, non c’era soprattutto la volontà. Lui è stato tra i pochi a muoversi con determinazione capendo che la mafia andava combattuta in un’ ottica complessiva e il processo dei 162 era rivolto in questa direzione. Terranova ha lasciato un messaggio ( che poi vedremo in un video dove non solo si sente e si vede durante un'intervista a Marrazzo ma ci sono tante testimonianze) ovvero che anche la mafia che appare a invincibile si poteva sconfiggere ma nel momento in cui le istituzioni hanno deciso di lavorare compatte”.
ll ricordo del giudice Terranova visto come uomo e non solo come un “professionista del diritto” è stato racchiuso in una mostra fotografica e documentale realizzata da Lavinia Caminiti e inaugurata a Palazzo Pucci Martinez di Petralia , sede della presidenza e direzione dell’Ente Parco delle Madonie. La mostra ha raccontato l’artista è nata da un incontro con i nipoti del giudice, Francesca e Vincenzo Terranova e con  lo stesso Leonardo Agueci che ha poi coordinato con entusiasmo la realizzazione della giornata. 
La Caminiti ha sottolineato come anche lei si senta una “nipote” del giudice originario di Petralia, e che ne ha cercato di evidenziare le doti umane e professionali. La mostra che approderà i primi di ottobre a Palermo, a Palazzo Pottino, racconta anche il periodo della prigionia del giudice, tracciando uno spaccato sulla seconda guerra e poi tanti momenti intimi e familiari vissuti con la moglie ma anche il libretto universitario o la sua laurea. 

Tra gli oggetti che meritano particolare attenzione una penna (era dentro il taschino del giudice quel tragico 25 settembre 1979 quando venne ucciso insieme a Lenin Mancuso) e la sua amata macchina da scrivere.
Abbiamo chiesto a Geraldina Piazza (nipote di Paola Giaconia-moglie di Terranova) un ricordo sul giudice Terranova ma soprattutto sul legame con l’amata zia Paola.“Era un gaudente, amava mangiar bene, amava giocare a bridge e stare in compagnia. Io non so se avrebbe retto il regime rigoroso di controllo a cui sono stati sottoposti i suoi colleghi dopo la sua morte. Ricordo il giudice Chinnici che passava le domenica a casa solo per non pesare sulla scorta. Lui aveva dietro Lenin Mancuso, maresciallo della Squadra Mobile, all’epoca si chiamava tutela, non era una vera e propria scorta come intendiamo oggi.  Loro andavano con la macchina dello zio Cesare ma guidava lui".
Lenin Mancuso è morto con il corpo riverso sullo zio Cesare per difenderlo, avevano un rapporto di fiducia. Penso che la mafia abbia deciso di uccidere zio Cesare nel momento in cui il giorno dopo avrebbe preso servizio all’ufficio istruzione di Palermo e gli hanno fatto capire noi ti blocchiamo perché stai scoprendo troppo. Mi piace pensare in questo momento e in questa giornata “speciale” che lui se la ride. Io ho scritto un pezzo che si chiama “Il regalo dello zio Cesare” perché lui ha ricongiunto con una magia due rami  della famiglia che non si conoscevano, anche motivi di distanze geografiche. Attraverso una chat ci siamo messi in contatto e tutti abbiamo messo in condivisione il nostro e un pensiero per zio Cesare. Questa mostra è un puzzle e adesso con tutti i pezzi a posto abbiamo un quadro completo”.
Subito dopo la giornata di ricordo è proseguita con una conversazione che si è tenuta al cinema Grifeo. Sul palco si sono susseguiti diversi ospiti: Roberto Tartaglia consulente della commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno mafioso, Claudio Fava, presidente della commissione regionale antimafia all’Ars, Leonardo Guarnotta, ex presidente del Tribunale di Palermo e componente del Pool antimafia, Ambrogio Cartosio, procuratore della Repubblica del Tribunale di Termini Imerese. Poi ancora Giovanni Pampillonia dirigente dell’Anticrimine della Questura di Palermo, il vicario del prefetto la dott.ssa Lupo e poi il presidente del Centro Studi Pio La Torre, Vito Lo Monaco, Carmine Mancuso (figlio del maresciallo della Polizia di Stato, Lenin) e il giornalista Franco Nicastro.
Grande emozione e sostegno all'evento è arrivato dal sindaco di Petralia Sottana, Leonardo Neglia: "Qui a Petralia da qualche anno commemoriamo Terranova dove è nato e ha vissuto anche la sua giovinezza. Tra l'altro la scuola elementare porta il suo nome e noi ogni anno coinvolgiamo gli studenti. Quest'anno che ricorrono i 40 anni della sua uccisione quindi meritava che ci fosse una maggiore attenzione verso questo personaggio. Sono onorato che siano venute tante autorità e poi un coinvolgimento di tanti cittadini. E poi la mostra ha un suo valore perché riportano alla luce la sua personalità a cui piaceva stare in mezzo alla gente. Io ricordo che lui donò alla sezione del partito comunista delle sedie. E anche se il partito cambiava sede le famose sedie di Terranova erano immancabili".
Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto ricordare il giudice Terranova inviando una targa ai nipoti Vincenzo e Francesca  accompagnata da una lettera, così come ha inviato un pensiero anche Caterina Chinnici, parlamentare europeo del Partito Democratico e per anni in magistratura.

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