Commemorazione Mattarella. Provenzano: "Ha tenuto alta la Sicilia contrastando la mafia e favorendo lo sviluppo"

di Ambra Drago
"Io credo che a quarant'anni di distanza dalla sua morte- sottolinea Giuseppe Provenzano- Ministro per la coesione e lo sviluppo del Sud- emerga ancor di più la caratura nazionale di Piersanti Mattarella, un uomo che ha tenuto alta l'attività della politica e delle Istituzioni e vorrei dire il nome della Sicilia e di Palermo nella battaglia  per lo sviluppo e contro la mafia".
Con queste parole il ministro accompagnato dal presidente della Regione, Nello Musumeci, dal presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè, il primo cittadino Orlando e il prefetto Antonella De Miro hanno deposto la corona sotto la lapide di via Libertà n. 147 luogo dell'omicidio avvenuto 40 anni fa.
Presenti i familiari di Piersanti Matatrella, il figlio Bernardo e la figlia Maria, insieme ai nipoti.

Accanto a loro le autorità civili e militari. Dal comandante regionale dei carabinieri Giovanni Cataldo e quello provinciale, Arturo Guarino anche il questore di Palermo, Renato Cortese e il presidente della Corte d'appello, Matteo Frasca. 
Tante le personalità politiche, da Giuseppe Lupo a Antonio Cracolici ma anche l'attuale assessore al territorio Toto Cordaro, ma soprattutto semplici cittadini che negli anni sono rimasti legati al valore di un uomo politico che voleva cambiare la Sicilia.
Subito dopo, la giornata è proseguita davanti l'ingresso del Giardino Inglese sul versante di via Libertà dove è stata scoperta una targa con la nuova toponomastica, ovvero da oggi lo spazio verde, voluto da Basile, porterà il nome del Presidente della Regione.
"La memoria interpella e interroga sull'oggi e sul domani- esordisce il sindaco Leoluca Orlando- e questa amministrazione conferma l'ammirazione per Piersanti Mattarella dedicandogli questo spazio.
Mattarella credeva nel primato della politica e al tempo stesso aveva una grande attenzione per l'etica ed è per questo che Piersanti è stato un "resistente" della Costituzione. Ci ha tracciato la strada della libertà dalla paura convinto fino in fondo che il modo migliore era saper cogliere il compromesso storico, parlando anche con il diverso, prima ancora ad esempio che cadesse il muro di Berlino. Ha fatto del cattolicesimo democratico il punto di partenza e il punto estremo della politica. Possiamo dire che Piersanti Mattarella ha compiuto la missione e sono qui per dirgli "Grazie"".
E anche qui il ministro Provenzano ha voluto ricordare la figura di Mattarella che sicuramente ha iniziar una battaglia ma che non bisogna mai abbassare la guardia contro il fenomeno mafioso. "Se la mafia non ha vinto però non ha neanche perso perché il suo potere di infiltrazione è ancora presente- dice - Il lavoro di Piersanti Mattarella deve essere completato: abbiamo bisogno di una Sicilia e di un Sud efficiente e formare una nuova classe dirigente che rompa le connivenze per cui Mattarella si è battuto".
La cerimonia è stata accompagnata da una banda di ragazzi che hanno eseguito l'Inno di Mameli il tutto suggellato da un grande applauso dei presenti.
E tra le personalità che hanno  ricordato un altro aspetto del delitto Mattarella, ovvero quello processuale, l'ex procuratore aggiunto e all'epoca dei fatti pm, Leonardo Agueci.
"Bisogna dire che i presunti assassini del presidente Mattarella, sono stati assolti fino in Cassazione, nonostante io sostenni il contrario nei diversi gradi del procedimento.Io rimango convinto della responsabilità di Fioravanti,  esponente dei Nar (Nucleo armato rivoluzionario), come autore materiale dell'omicidio. C'erano una serie di elementi che probabilmente all'epoca la Corte non ha valutato nella loro armonia. L'obiezione di fondo era quella che non era ipotizzabile il coinvolgimento di forze diverse da quelle mafiose, un fatto che invece era essenzialmente valido, credo che già da allora e poi per quello che successivamente si può affermare c' è stata una convergenza di diversi eterogenei elementi che si sono incontrati nella decisione di uccidere Mattarella. Sono degli aspetti che bisogna approfondire, alla luce anche dei quello che nel corso del tempo è venuto fuori ed è per questo la ricerca della verità non può fermarsi".

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