Per una Sicilia libera dalla mafia e con le "carte in regola". Ecco chi era Piersanti Mattarella ucciso 40 anni fa

di Ambra Drago
Un abile politico tra le fila della Dc, alla guida dal 1978 della Regione Sicilia, con l'obiettivo di contrastare la mafia e  di mettere le “carte in regola” in settori della pubblica amministrazione e dell'erogazione dei contributi agricoli, troppo spesso terreno per le infiltrazioni mafiose. Brillante professore universitario a Palermo di diritto privato, Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica e i cui esempi politici erano La Pira e Moro, venne ucciso la mattina del 6 gennaio 1980 davanti casa , in via Libertà.
Era una domenica piovosa quando fu raggiunto dai colpi di pistola sparati da un killer che si avvicinò all’auto del Presidente della Regione e lo freddò dinanzi all’incredulità e al terrore della moglie, Irma Chiazzese. Questa, non esitò in sede processuale a riconoscere nel sicario la figura dell’esponente dei NAR, Giusva Fiorvanti ( tra l’altro in una prima fase il tutto venne avvalorato anche dalle dichiarazioni del fratello del terrorista, Cristiano che poi ritrattò). Ed è lo stesso giudice Giovanni Falcone, in un’audizione dinanzi la Commissione antimafia a credere nell’intreccio misterioso tra il terrorismo e Cosa Nostra.«È un’indagine estremamente complessa perché si tratta di capire se, e in quale misura, la “pista nera” sia alternativa a quella mafiosa, oppure si compenetri con quella mafiosa», diceva Giovanni Falcone, il 3 novembre 1988, il cui verbale d'audizione è stato reso noto.

Dopo un primo grado e un secondo grado e il giudizio finale della Cassazione i due presunti colpevoli dell'assassinio, Fioravanti e Gilberto Cavallini vennero assolti, lasciando incertezze e domande su chi potessero essere gli esecutori materiali. 
Invece per quel che riguarda i mandanti nel 1995 vennero condannati all’ergastolo i boss mafiosi Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci.

E nell’amarezza di 40 anni senza verità continua il ricordo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ieri ha reso omaggio alla tomba di famiglia, a Castellammare del Golfo, insieme con i suoi tre figli, Bernardo Giorgio, Laura e Francesco, oltre ai due di Piersanti Mattarella, Bernardo e Maria. Quest’ultima segretario generale della Regione siciliana voluta dal governatore Nello Musumeci che oggi parlerà a Palazzo dei Normanni subito dopo il ricordo di Gianfranco Micciché. Infatti nella sede del Parlamento siciliano si terrà una seduta straordinaria alla presenza del Capo dello Stato.

Mentre poco prima il sindaco di Palermo Leoluca Orlando intitolerà il Giardino Inglese, che si trova a pochi metri dal luogo dell’omicidio, proprio al politico ucciso perchè sognava una Sicilia migliore e trasparente nel segno della legalità

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