Al Teatro Santa Cecilia la XXIII edizione Premio Francese. Il figlio Giulio:"I colleghi esempio per i giovani"

di Ambra Drago
"E' una festa-sottolinea Giulio Francese- presidente dell'Odg di Sicilia e figlio di Mario- perché oggi mio padre avrebbe compiuto 95 anni se Cosa nostra non lo avesse strappato troppo presto all'affetto della sua famiglia. Vogliamo con questo premio ricordare l'impegno di tanti giornalisti di oggi che fanno questo mestiere con grande forza, a testa alta in un momento difficile. E la presenza del presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti, Carlo Verna , per me è davvero importante e dimostra la nostra unità di intenti anche se la nostra categoria spesso è divisa e questo ci indebolisce e purtroppo ne paghiamo le conseguenze. Ma ci sono fortunatamente dei colleghi che nonostante tutto fanno il loro lavoro quotidianamente con impegno e possono essere un esempio per i tanti giovani e qui oggi ce ne sono tanti". Quest'anno sono stati i giornalisti Luigi Perollo e Lidia Tilotta sul palco del Real Teatro Santa Cecile a condurre questa XXIIIesima edizione.
Il premio è stato  organizzato dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia in collaborazione con Libera,l’associazione Uomini del Colorado e con la sezione siciliana del Centro Sperimentale di cinematografia-Scuola nazionale di Cinema. 


La commissione ha scelto di assegnare il premio Mario Francese a Nello Scavo, cronista e reporter diguerra di “Avvenire” che, dall’autunno scorso, vive sotto scorta per i risultati di una sua inchiestasul traffico di migranti nel Mediterraneo. Scavo ha svelato gli interessi criminali dei grandi trafficanti di uomini, ha documentato lebrutali condizioni umane in cui sono costretti a vivere, e non sempre a sopravvivere, migliaia di persone detenute nei campi libici.

A Umberto Santino la commissione ha riconosciuto l’impegno di una intera esistenza dedicata alla memoria, intesa sia come lotta per assicurare giustizia e verità contro l’impasto politico-mafioso,sia come studio e riflessione continua per l’affermazione del principio della verità storica.
Essenziale il suo contributo, offerto con numerosi testi adottati anche nelle università, per l’analisi della mafia e dell’antimafia, con ricerche sulla borghesia mafiosa, su violenza mafiosa e impresa mafiosa, su mafia finanziaria e su mafie e globalizzazione.
E poi Tullio Filippone, collaboratore di Repubblica, è stato invece scelto per il Premio GiuseppeFrancese. Filippone ha portato a galla la storia della professoressa Rosellina Dell’Aria, sospesa per 15 giorni dall’Ufficio scolastico provinciale con l’accusa di nonavere vigilato su un lavoro dei suoi studenti, che avevano accostato i decreti sicurezza alle leggi razziali.

Infine Gaetano Scariolo, cronista di nera di Siracusa ha ricevuto la menzione speciale. Il giornalista per i suoi articoli pubblicati sul Giornale di Sicilia, è diventato un personaggio scomodo e per questo ha subito diverse intimidazioni.
Ma la vera novità del premio è stato il concorso di corti dal titolo “La memoria contro la mafia”, presentato da don Luigi Ciotti in collegamento, un contest che fa parte del percorso di avvicinamento alla grande manifestazione del 21 marzo, la XXV Giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Venti i cortometraggi che hanno preso parte al concorso, prodotti da sedici istituti siciliani che
hanno raccontato storie di coraggio e di sacrificio, di chi è morto o combatte ancora per portare avanti i propri ideali di legalità e libertà. Storie note come quelle di Mario Francese, Rita Atria, Peppino Impastato, Pippo Fava e Rocco Chinnici, e altre meno note ma che ugualmente hanno toccato nel profondo gli studenti, come la vicenda di Lia Pipitone e di Barbara Asta e dei suoi gemellini, morti nella strage di Pizzolungo. Altri hanno invece scelto una personale chiave di
lettura della memoria o hanno preferito toccare con mano la realtà andando a intervistare, ad esempio, Anna Alonzo, la “suora dei poveri”, Giovanni Paparcuri, sopravvissuto alla strage Chinnici, o vittime del racket, come Daniele Ventura e Giorgio Scimeca.

Nel corso della cerimonia, alla presenza anche dei rappresentati delle forze dell'ordine e del sindaco Leoluca Orlando è stato proiettato un video che ha svelato un aspetto di Mario Francese sconosciuto ai più. Quello più intimo, familiare, quello che lo ha visto nella seconda metà degli anni Settanta presidente del Consiglio d’istituto della scuola Marconi, frequentata dai suoi figli.

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