Migranti, processo sommario a operatori Ong sulla rotta balcanica Interrogazione di Bartolo e Majorino alla Commissione europea

Bruxelles, 7 febbraio 2020 - “Dal Mediterraneo alla rotta balcanica, le Ong che si occupano di prestare soccorso e assistenza a chi si trova in difficoltà rischiano di pagare caro il loro impegno. L’ultimo episodio, pieno di ombre, è avvenuto lo scorso 1 febbraio a Sid, in Serbia”. Così in una nota gli eurodeputati Pietro Bartolo e Pierfrancesco Majorino, che hanno presentato un’interrogazione parlamentare alla Commissione europea per fare chiarezza sulla vicenda. L’episodio, denunciato dalla Ong No Name Kitchen e rilanciato insieme da Elly Schlein e dai due firmatari dell'interrogazione, è avvenuto la sera di inizio febbraio, quando tre volontari dell’organizzazione non governativa sarebbero stati minacciati da alcuni operai, mentre prestavano assistenza umanitaria a un gruppo di migranti afghani che avevano trovato rifugio nei dintorni di una fabbrica abbandonata. Gli operai avrebbero appiccato il fuoco agli effetti personali dei migranti vicino a una tenda e distrutto il cellulare di uno degli operatori. “Il paradosso - dichiarano Bartolo e Majorino - è che gli operai hanno denunciato i tre volontari con l’accusa di avere usato violenza nei loro confronti. I cooperanti sono stati sottoposti a un processo sommario e condannati a una pena detentiva con diritto di riscatto, in assenza di un legale e con l’aggravante dell’inversione dell’onere della prova. Esattamente come avviene nel Mediterraneo italiano coi decreti sicurezza, ecco che ancora una volta a pagare il salato conto è chi presta soccorso, chi aiuta, chi salva vite. Questa volta si tratta di tre cittadini europei, processati in assenza di un legale in un processo sommario. Noi continuiamo a ribadirlo con forza: la solidarietà non è un reato”.

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