"Il Gattopardo, nascita di un capolavoro".Lanza Tomasi:"Mio padre e Piccolo un patrimonio culturale"

di Ambra Drago

"Mi è venuto in mente di creare questo docufilm - Gioacchino Lanza Tomasi - la cui regia è affidata a Luigi Farloni prendendo spunto da un film sulla guerra civile americana basato su una serie di immagini e sulle quali c'è una persona che commenta. Allora ho pensato ho pensato anche noi abbiamo e possiamo fare qualcosa di simile. Giuseppe Tomasi di Lampedusa e il padre Giulio anche loro hanno vissuto la Guerra e le loro vite vuoi o non vuoi sono state stravolte. Loro che pensavano di avere una vita felice e poi invece il destino fu diverso, particolarmente in Sicilia dove addirittura fallirono i Florio.Ignazio Florio non riuscì a pagare il suo debito con lo Stato e iniziò il tracollo.La grandezza dei Florio finisce prima e nel 1925 vennero buttati fuori da Villa Igea, insomma nessuna epopea.Questo per dire che era un periodo complesso e difficile. Nel film abbiamo immagini di quel tempo e poi questo uomo, Giuseppe Lanza Tomasi che va avanti tra le difficoltà.Bisogna dire che la vera ricchezza gli proveniva dalla madre Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò, suo fratello invece era un deputato socialista che alla fine vendette la casa di Santa Margherita Belice provocando in Giuseppe un grande dolore. La madre cercò di salvare la villa Cutò di Bagheria ma anche quella fu venduta. E poi Giuseppe Tommasi di Lampedusa non si dedicò mai a una vera attività professionale se non per un breve periodo quando collaborò con una rivista di Genova anche se non venne mai pagato.La sua vita precipita dopo che muore il padre e poi la madre con la quale aveva un rapporto simbiotico anche dopo il matrimonio con la psicoanalista Alexandra Wolff-Stormesee, una baronessa lettone".Il film documentario "La nascita del Gattopardo" che è stato presentato al Rouge et Noir di Palermo e sarà distribuito in Italia dall'Istituto Luce-Cinecittà in dvd e venduto nelle librerie e online ripercorre attraverso la voce narrante di Gioacchino Tomasi Lanza, l'infanzia del "principe di Lampedusa", il rapporto simbiotico con la madre che fece rivivere in lui creando una sorta di trasposizione la figlia morta all'età di quattro anni, il matrimonio con la principessa lettone ( incontrata grazie allo zio Pietro Tomasi della Torretta, un diplomatico che ebbe un ruolo importante nella politica internazionale di quegli anni e che aveva sposato la madre di Alexandra Wolf- Stormersee chiamata Licy nel 1920).

E' in questo mix di immagini, testimonianze che la vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa viene portata alla ribalta nonostante siano passati tanti anni. Ecco che il regista Luigi Farloni in altre occasioni ha spiegato cosa l'ha spinto a realizzare questo film documentario. "Ho riletto il romanzo, rivisto il film di Visconti, poi mi è capitato di leggere "Ricordi di infanzia", un racconto nel quale Lampedusa descrive con innamorata acribia la “casa” - in realtà uno straordinario palazzo palermitano - in cui è cresciuto. In questo racconto rivive un bambino felice, a cui viene fatta una grande promessa: un giorno sarebbe stato un Principe. Lampedusa lo divenne, ma solo di nome. Perché durante il suo cammino dovette rinunciare pezzo per pezzo a tutto quello che la vita gli aveva promesso. D’un tratto mi sono sentito vicino a quel bambino. Anche a me e ai miei coetanei è stata fatta una promessa: che la nostra vita sarebbe stata migliore di quella dei nostri genitori, come la loro è stata migliore di quella dei loro genitori. Questa promessa ha accomunato tutta la mia generazione. E non si è avverata".
Ma in questo "viaggio" c'è anche e si vede un rapporto speciale con un altro uomo di grande cultura, Lucio Piccolo, cugino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. E' quel Lucio Piccolo che vinse il premio San Pellegrino Spesso i due si "sfidavano" riguardo le novità "letterarie" del tempo e scherzosamente Giuseppe Tomasi di Lampedusa nelle sue lettere indirizzate al cugino amava firmasi con il nome "Il mostro" inteso come "persona dotata di tanta conoscenza".Un rapporto intenso, stimolante intellettualmente, basato su un fare burloso.
"Sono stato io a pubblicare- continua Gioacchino Lanza Tomasi- questa raccolta di lettere in un libro che si chiama "Viaggi in Europa" ma in italiano non c'è nella sua interezza, lo si trova completo in lingua spagnola, inglese e portoghese. Poi ritengo che Lucio Piccolo e il mio padre adottivo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa per Palermo siano degli artisti importanti anche perché sono stati gli unici a parlare della città. Lampedusa grazie a "Il Gattopardo" è stato conosciuto, seppur dopo la sua morte, invece di Lucio Piccolo non c'è pubblicato niente. Il motivo è che ci sarebbe una lite nella fondazione Piccolo e i diritti d'autore sappiamo bene che sono tutelati per 70 anni ecco perché è impossibile pubblicare qualcosa e ritengo sia uno scandalo".
La competizione con il cugino poeta è solo una parte delle tante ragioni che stanno dietro al capolavoro de "Il Gattopardo" che descrive il tramonto di una classe sociale, l'aristocrazia, e fa i conti con la sua storia. Il declino dell’aristocrazia europea è stato sottolineato anche dallo stesso Gioacchino Lanza Tomasi vissuto da Lampedusa e da sua moglie Alexandra Wolff Stomersee si ripete oggi nel declino globale della classe media e l’incertezza del futuro prende il postodell’aspettativa di una vita realizzata ed appagante. Epoche diverse, ma un’esperienza universale ci unisce.



















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