Gli Agricantus uniti contro il Covid 19 con il videoclip "Nsunnai" realizzato da casa nei giorni della quarantena

Con il videoclip di Nsunnai, brano tratto dal loro ultimo album Akoustikòs Vol I (pubblicato da Compagnia Nuove Indye) gli Agricantus lanciano un messaggio di speranza, nei lunghi giorni in cui si è costretti a casa per le disposizioni governative di contenimento del Coronavirus.E così tutti i componenti del gruppo, ognuno dalla propria abitazione, hanno suonato a distanza per realizzare insieme un videoclip rivolto a tutti, da vedere gratuitamente sui canali social degli Agricantus.

Sono Anita Vitale (voce e pianoforte), Mario Crispi (strumenti a fiato etnici e arcaici, voce), Mario Rivera (basso acustico sei corde, voce), Alessandro Gwis (pianoforte), Giovanni Lo Cascio (drum set e percussioni etniche), con la partecipazione di Enzo Rao (al Saz, liuto arabo) e Arnaldo Vacca (Riq, tamburo arabo).“Fare musica in questo periodo non è facile. I pensieri e le parole si confondo con immagini dure e tempo sospeso e l'ispirazione non trova poesia estrema se non nel sacrificio di medici e operatori sanitari - spiegano gli Agricantus - eppure forse per noi, artisti e musicisti, una maniera per sentirci utili può essere quella di ripercorrere alcune sensazioni e sentimenti che abbiamo prodotto "quando si stava meglio" e, anche in quel tempo, il riferimento alle sofferenze era comunque già contenuto nei testi delle nostre canzoni, quasi a mantenere un certa "vigilanza" su un'esistenza di benessere provvisoria e non per nulla scontata.

Nsunnai, il primo brano che stiamo proponendo in questo periodo di clausura, ha a che vedere col sogno di un mondo migliore dove "nessuno sia più messo in croce" e dove "i piedi e le mani nude" servano "a correre lontano" e "a non far piangere più" e dove tutto questo "racconto" ci narri come sarà il domani, anche se oggi è lacrime e sofferenza.

Il brano è quindi dedicato a tutti noi umani, che siamo vittime di un'errata coscienza di noi stessi, e a tutti quelli il cui desiderio a cui anelare è quello di trovare un equilibrio con la natura senza dominarla e senza esserne dominati”.

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