Diciamo NO a chi non ci ama, e SI a una vita migliore


di Adriana Barbera
Cosa è la vita se non un battito di ciglia? Sembra un cammino lungo e interminabile, ma in realtà è breve e ogni momento è prezioso. Per qualcuno la vita è fatta da alti e bassi per altri è una costante angoscia. Per tutto questo tempo, per tutto il periodo di chiusura totale della Nazione, ci siamo preoccupati solo esclusivamente della salute dei cittadini, di tutti i cittadini che dovevano essere tutelati dal contagio da COVID-19;se molti hanno potuto sfruttare il periodo di quarantena forzata per stare in famiglia, per altri questa quarantena si è trasformata nella loro condanna a morte.

Fino ad ora abbiamo posto i riflettori su ogni settore, abbiamo dedicato attenzione ad ogni campo che ha subito gli effetti collaterali del lockdown, si è parlato dei negozi chiusi, delle perdite economiche e di tutti i disaggi che abbiamo dovuto affrontare a causa della pandemia, ma non abbiamo mai riservato la nostra attenzione ai veri problemi causati dall’obbligo di rimanere in casa, ci siamo quasi dimenticati di tutte quelle donne vittime di violenza domestica, che sono rimaste sole, abbandonate alle loro forze, chiuse in casa con i loro aguzzini. La battaglia contro il femminicidio non si deve fermare, anzi si deve incrementare, dobbiamo lottare per fermare soprusi e ingiustizie sui più deboli. In questi giorni sul web circola una campagna a favore del contenimento delle violenze domestiche, e molti non hanno potuto fare a meno di chiedersi, ma chi è vittima di violenza domestica come può chiedere aiuto online? Considerando che la maggior parte delle donne vittime di violenza ha paura di denunciare, perché non supportata dallo Stato, come può una donna che sicuramente è controllata a vista e limitata in ogni suo movimento dal suo aguzzino appoggiarsi solo a un’iniziativa online? Ogni piccola iniziativa è un bene, certo questo non si mette in alcun modo in discussione, anzi , bisognerebbe organizzare molti più aiuti e pensare a cento soluzioni purché efficienti ed efficaci per aiutare chi ha bisogno, ma non sarebbe più appropriato aiutare nel concreto tutte le donne, le quali armate di coraggio e voglia di sopravvivenza denunciano alle autorità e piuttosto che rimandarle a casa dai loro carnefici, non sarebbe più opportuno aiutarle a riappropriarsi della loro vita, magari allontanando e condannando in modo esemplare giuridicamente chi ne ha approfittato? Alcune associazioni, si occupano già di aiutare queste donne, ed esistono già numeri verdi di supporto, ma non è abbastanza, fin quando questo fenomeno non sarà debellato dalle menti contorte, fin quando il pregiudizio e la discriminazione nei confronti delle donne non sparirà del tutto, nessuna donna sarà mai davvero al sicuro e per riuscire ad ottenere risultati importanti è necessario un intervento drastico, servirebbero leggi più rigide e condanne imponenti. È importante però che noi donne oltre ad essere solidali tra noi ricordiamo sempre che chi ci alza le mani non ci ama, chi ci offende non ci ama, chi non desidera vederci felici non ci ama, per essere vittime di violenza non occorre che qualcuno ci riduca in fin di vita. Essere vittime di violenza e molto di più, non esiste solo la violenza fisica, ma anche quella psicologica. Forse la peggior forma di violenza, perché sottile impercettibile all’inizio, e ci spinge sempre di più verso il baratro, è quel tipo di violenza che sembra amore ma non lo è. È quella violenza che ci induce a comportamenti che prima di conoscere quella persona non avremmo mai adottato, sono cambiamenti inizialmente piccoli, ma che con il tempo diventano radicali e ci inducono verso una via di non ritorno. Lottiamo sempre per la nostra vita, per la nostra indipendenza, e non pieghiamoci alle volontà altrui, amare è una cosa bella, come essere amati, ma se anche solo per una volta questo amore assume forme ambigue, non è amore e siamo sempre in tempo per tornare ad essere padrone della nostra vita.

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