Per non dimenticare: i nostri privilegi e nostri diritti hanno fatto la storia

di Adriana Barbera
Oggi è il primo maggio la festa nazionale dei lavoratori, così è conosciuta da tutti noi, ma conosciamo la storia di questa importante ricorrenza? Sappiamo davvero perché i nostri predecessori hanno scelto questa data? Per saperlo possiamo dedicare un po’ del nostro tempo per rivolgere uno sguardo ad un tempo ormai trascorso, che sembra essere solo un ricordo lontano, anche se questo in realtà non è passato da tantissimo tempo,
dunque è il momento di tuffarci nel passato per ripercorrere le tappe più importanti che ci hanno portato fin qui e ricostruire la storia per comprendere il presente e affrontare il futuro con lungimiranza. La storia del Primo maggio, ha inizio nel periodo della rivoluzione industriale, che affonda le sue origini in Inghilterra per poi diffondersi in Francia, Germania, Stati Uniti fino a coinvolgere l’intero occidente, è per questo che la rivoluzione industriale è considerato uno dei più grandi eventi mondiali che hanno prodotto un cambiamento quasi radicale dal punto di vista culturale, sociale, scientifico e tecnologico. Tale cambiamento portò innovazione e lavoro, ma con esso aumentò lo sfruttamento dei lavoratori, e per porre un freno ai soprusi sul lavoro nacque negli Stati Uniti, l’Associazione dell’Ordine dei Cavalieri; la quale vinse una battaglia importante per tutti i lavoratori riuscendo a far approvare nell’Illinois la prima legge che imponeva ai datori di lavoro di non poter prolungare l’orario di lavoro oltre le otto ore lavorative prestabilite. La notizia non tardò ad arrivare nel resto del paese, e giunse fino in Europa, dove nel 1864 i lavoratori sentirono l’esigenza di fondare la prima Associazione internazionale dei lavoratori la quale prese vita appunto a Londra. A seguito dell’approvazione della legge che portò un significativo cambiamento nel mondo lavorativo, l’Associazione dell’Ordine dei Cavalieri lavorò affinché questa legge venisse gradualmente approvata su tutto il territorio americano e il Primo maggio del 1886 riuscirono ad organizzare una manifestazione che contò milioni di lavoratori nelle piazze, la stessa associazione la quale il nome in lingua madre è Knights of Labor riuscì a fare si, che la protesta potesse avere ricorrenza annuale, quel giorno la manifestazione fu interrotta dalla polizia, che intervenne sparando sulla folla e l’evento pacifico si trasformò rapidamente in un bagno di sangue, in cui i feriti non si riuscirono più a contare e ci furono due morti. Come conseguenza di quel sanguinoso evento si generarono movimenti Anarchici e continui scontri tra polizia e manifestanti causarono innumerevoli vittime, il 4 maggio 1886 a Chicago fu lanciata per la prima volta nella storia una bomba di dinamite, che oltre a molti civili vide la caduta di alcuni poliziotti. Da quel momento le organizzazioni sindacali furono tutte represse e i leader furono tutti arrestati. Tutte le manifestazioni furono soppresse e nel 1987 fu emessa la sentenza di pena di morte per 8 dei condannati, per due di loro la pena fu poi commutata in ergastolo ma uno di loro fu ritrovato morto in cella. Da quel momento i condannati vengono ricordati come “martiri di Chicago” e divennero il simbolo della lotta dei lavoratori per garantire solo 8 ore di lavoro e rimarginare lo sfruttamento dei lavoratori. Nel 1889 a Parigi a seguito del congresso Internazionale il Primo maggio fu dichiarato ufficialmente Festa Internazionale dei Lavoratori. Fino a giungere ai giorni nostri, che ogni anno da quelle sanguinose date il Primo maggio festeggiamo il successo dei lavoratori scendendo in piazza per commemorare tali eventi e sfruttando la giornata per riposarci dalle fatiche del lavoro di tutto l’anno. I nostri privilegi hanno avuto un prezzo molto caro, che i nostri predecessori hanno pagato con la vita, da ciò è importante imparare, che per ogni privilegio è sempre necessario uno sforzo più o meno significativo, che implica delle decisioni semplici o difficili, ma che vanno affrontate per non vanificare la nostra storia e non rinunciare al nostro futuro. 

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