COSTITUZIONE CONSORZIO PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE DELLA SICILIA, LUIGI GENOVESE: «PROGETTO FONDAMENTALE PER UNA DELLE REGIONI PIÚ ESPOSTE AL RISCHIO IDRAULICO E IDROGEOLOGICO. LE RECENTI ALLUVIONI DI PALERMO E MESSINA FUNGANO DA STIMOLO». È stato depositato questa mattina un ddl finalizzato alla costituzione del Consorzio Regionale per la Protezione Ambientale della Sicilia. Il progetto di legge, di cui è primo firmatario il capogruppo di Ora Sicilia all’Ars, Luigi Genovese, si pone, in particolare, l’obiettivo di realizzare un servizio di monitoraggio dei fenomeni atmosferici su scala regionale. «La Sicilia – spiega il capogruppo di ORA Sicilia al centro – nonostante sia una delle regioni italiane più esposte al rischio idraulico e idrogeologico manifesta evidenti lacune.
Nell’ultimo mese, per non andare troppo lontano, abbiamo toccato con mano le conseguenze delle alluvioni lampo che si sono abbattute su Palermo e in seguito su Messina e in alcuni comuni della provincia tirrenica. Ancora oggi la nostra isola, nel confronto con molte altre realtà regionali italiane già dotate di un proprio servizio meteorologico, presenta criticità sostanziali. Una regione, la nostra, non coperta da una adeguata rete radar, se si considera, peraltro, che alcuni di questi strumenti meteorologici sono fuori uso, come il radar di Trapani Birgi. Per meglio esplicitare le criticità legate a questa situazione lacunosa – sottolinea Genovese - la non operatività del radar di cui sopra, che dovrebbe garantire la copertura della Sicilia occidentale (e monitorare i fronti temporaleschi in ingresso da ovest), ha reso impossibile ottenere un tracciato radar sull’intenso nucleo precipitativo che lo scorso 15 luglio ha scaricato oltre 134 mm di pioggia, in 2 ore, sulla città di Palermo. La Sicilia, in vista dell’estremizzazione dei fenomeni atmosferici (ormai documentata dalla letteratura scientifica), deve necessariamente dotarsi di un proprio servizio di monitoraggio diretto dei fenomeni atmosferici. L’ottica - conclude il deputato regionale – da cui nasce questo progetto di legge, firmato anche dai colleghi Luisa Lantieri, Totò Lentini e Daniela Ternullo, si fonda, quindi, sull’idea che un sensibile miglioramento della qualità del monitoraggio delle evoluzioni meteorologiche sia una risorsa fondamentale anche in termini di programmazione di eventuali interventi mirati a limitare l'impatto di queste evoluzioni, soprattutto nel caso in cui facciano presagire una portata potenzialmente dannosa per l’incolumità della popolazione».
Nell’ultimo mese, per non andare troppo lontano, abbiamo toccato con mano le conseguenze delle alluvioni lampo che si sono abbattute su Palermo e in seguito su Messina e in alcuni comuni della provincia tirrenica. Ancora oggi la nostra isola, nel confronto con molte altre realtà regionali italiane già dotate di un proprio servizio meteorologico, presenta criticità sostanziali. Una regione, la nostra, non coperta da una adeguata rete radar, se si considera, peraltro, che alcuni di questi strumenti meteorologici sono fuori uso, come il radar di Trapani Birgi. Per meglio esplicitare le criticità legate a questa situazione lacunosa – sottolinea Genovese - la non operatività del radar di cui sopra, che dovrebbe garantire la copertura della Sicilia occidentale (e monitorare i fronti temporaleschi in ingresso da ovest), ha reso impossibile ottenere un tracciato radar sull’intenso nucleo precipitativo che lo scorso 15 luglio ha scaricato oltre 134 mm di pioggia, in 2 ore, sulla città di Palermo. La Sicilia, in vista dell’estremizzazione dei fenomeni atmosferici (ormai documentata dalla letteratura scientifica), deve necessariamente dotarsi di un proprio servizio di monitoraggio diretto dei fenomeni atmosferici. L’ottica - conclude il deputato regionale – da cui nasce questo progetto di legge, firmato anche dai colleghi Luisa Lantieri, Totò Lentini e Daniela Ternullo, si fonda, quindi, sull’idea che un sensibile miglioramento della qualità del monitoraggio delle evoluzioni meteorologiche sia una risorsa fondamentale anche in termini di programmazione di eventuali interventi mirati a limitare l'impatto di queste evoluzioni, soprattutto nel caso in cui facciano presagire una portata potenzialmente dannosa per l’incolumità della popolazione».
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