Zen Book Festival

Dallo «Zen Book Festival» un messaggio forte contro le disuguaglianze:  «Le istituzioni affrontino con coraggio i problemi del quartiere. I temi della casa e del diritto alla residenza al primo posto». Centinaia di bambini e ragazzi hanno partecipato ai laboratori di lettura e agli spettacoli. «Dallo Zen, quartiere simbolo delle disuguaglianze, abbiamo voluto proporre simbolicamente una soluzione strategica: investire sui bambini e le bambine, sulle loro opportunità e sul contrasto al pregiudizio. Ma gli abitanti di questo quartiere hanno bisogno di vedere garantiti i propri diritti. Alle istituzioni lanciamo la sfida: abbiate il coraggio di affrontare in maniera risolutiva e universale problemi non più rinviabili».
È l’appello con cui si è concluso ieri sera il primo Zen Book Festival, a Palermo, quattro giorni di laboratori, presentazioni di libri, incontri, letture ad alta voce, spettacoli aperti a tutti, ma in particolare ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze dello Zen e di tutta la città. Centinaia di giovanissimi hanno popolato gli spazi esterni del Laboratorio Zen Insieme di Palermo e il Parco della Salute “Livia Morello” (in occasione dell’inaugurazione della manifestazione), respirando cultura, musica, teatro, bellezza, gioia, in contesti accoglienti e puliti. Il Festival è stato organizzato dalla Biblioteca Giufà di Zen Insieme e dai partner del progetto «Ogni quartiere è un libro», con il contributo del Ministero per i Beni culturali e le Attività culturali e per il Turismo. «Ci sono così tanti problemi allo Zen, perché occuparsi di lettura per le bambine e i bambini? – osserva Mariangela Di Gangi, presidente del Laboratorio Zen Insieme - Perché vogliamo continuare a conservare la capacità di pensare con fatica, ma con ostinazione, a quali sono le ragioni dei problemi che viviamo oggi e fare in modo che lentamente si risolvano. Lo Zen in questi tre giorni è stato vissuto da più persone di varie parti della città. Avere le stesse opportunità di chi nasce e cresce in altri quartieri e in contesti più agiati significa scrivere pagine nuove e diverse della propria vita. Questo quartiere fa uno scatto in avanti e da simbolo del degrado, del disagio, della sporcizia, come lo raccontano quelli che non lo conoscono, noi lo descriviamo come simbolo delle disuguaglianze, ma anche come territorio capace di proporre soluzioni, grazie all’impegno e alla buona volontà di cittadini e attivisti. Ma ci sono temi fondamentali per cui lottare che non possono essere dimenticati, come la casa o il diritto alla residenza. Temiamo ci sia un arretramento rispetto ai percorsi avviati. Esattamente come per la cura degli spazi pubblici. Le istituzioni abbiano il coraggio di affrontare in maniera risolutiva e universale, una volta per tutte, temi non più rinviabili, rafforzando percorsi trasparenti e collettivi. Non facendolo, il rischio è che l’unica soluzione percorribile sia il ritorno alle “scorciatoie” individuali, pericolosissime non solo perché spesso illecite, ma soprattutto perché sarebbero il segno del tradimento di percorsi di fiducia su cui abbiamo investito per far sì che la popolazione impari a ragionare come collettività». Il progetto «Ogni quartiere è un libro» ha potuto contare sulla collaborazione della Biblioteca Giufà di Zen Insieme, ente capofila, e dei partner: associazione culturale Incontrosenso, San Giovanni Apostolo onlus e Vivi Sano onlus. L’attività è stata finanziata dal «Piano Cultura Futuro Urbano», coordinato dalla Direzione generale Arte e architettura contemporanee e Periferie urbane del Mibact-azione strategica «Biblioteca: casa di quartiere», col cofinanziamento privato di Laboratorio Zen Insieme, Studio Agnello e associati Sas, impresa culturale Dudi, ditta individuale Eidon.

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