Disastri e dissesto. Nel tragico bilancio del Comune di Palermo per Orlando basta “rimodulare”

Il sindaco Orlando é riuscito alla fine a far approvare un bilancio di lacrime e sangue, che prosegue le sue solitarie scelte di cui ci si potrà liberare soltanto al termine del suo mandato.
Ha colpito indiscriminatamente - pur di far quadrare i suoi conti - le partecipate degli sprechi, ma i cui servizi sempre inefficienti sarebbero essenziali. E invece verranno ridotti ulteriormente i servizi di navetta (Ztl e Ospedali) , la manutenzione dell’ illuminazione pubblica, della segnaletica stradale, strisce pedonali e buche stradali. Niente derattizzazione e niente pulizia delle caditoie, una notizia che rallegrerà il nostro inverno quando cadrà un po’ di pioggia e i ratti che villeggiano sui cumuli perenni di spazzatura. E a proposito di spazzatura, il sindaco ci ha anche preannunciato - come regalo di Natale - che il prossimo anno il gettito della Tari dovrà essere incrementato. Il ché significa, meno burocraticamente, che i cittadini si vedranno aumentare la tassa su quei rifiuti che non riescono a trovare mai la giusta destinazione e che si ostinano a decorare gli angoli di tutta la città.
Ma il sindaco e i suoi fedelissimi, da Giambrone a Catania, prima di lasciarci , si spera definitivamente, a fine mandato, continuano pervicacemente a trovare le risorse e a impegnare il futuro delle casse comunali e dei malcapitati palermitani, per nuove linee del tram. Forti del successo planetario di passeggeri e incassi delle prime linee già entrate in funzione, incuranti di aver sostenuto un progetto tecnicamente obsoleto e poco funzionale, vogliono dare il colpo definitivo anche al viale della Libertà, una delle poche bellezze urbanistiche razionali rimaste in piedi. Non sono riusciti a rovinarlo con piste ciclabili insulse e frazionate e posteggi folli sulle carreggiate, come in via Villafranca o in viale Piemonte. Ci piazzeranno invece un bel tram. Così i posteri potranno rivedere la fastosa Palermo com’ era al tempo dell’ Esposizione Nazionale del 1891 e continuare a sognare quella città europea che il vecchio Orlando ci ha millantato nei decenni del suo governo. E non abbiamo mai visto.

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