Le mascherine fanno male?

di Giuseppe La Manna 
Ogni giorno prima di uscire di casa indossiamo la mascherina. Lo facciamo già da parecchi mesi coprendoci il volto con i materiali e i colori più diversi. I materiali utilizzati per le mascherine sono molteplici, principalmente poliestere o polipropilene, il cosiddetto “tessuto non tessuto”, per le chirurgiche. Le altre mascherine in commercio sono le FFP2 e le FFP3. Queste hanno una capacità filtrante maggiore. Una volta indossate, lo scambio tra l’aria calda e umida della respirazione e l’aria esterna tende a sviluppare condensa, con conseguente incremento dell’umidità relativa all’interno della mascherina. Un uso prolungato potrebbe avere effetti negativi sulla salute, per questo motivo è necessario scegliere la giusta mascherina in base a quelle che sono le attività che dobbiamo svolgere e il rischio al quale siamo esposti. La pelle dell’area naso e bocca tenderà ad adattarsi all’ambiente caldo umido all’interno della mascherina modificando il microbiota cutaneo favorendo la comparsa di arrossamenti, dermatiti, prurito e acne. Le mascherine più occlusive FFP2 e FFP3 senza valvola sono quelle che creano maggiori problemi perché causano maggiore sfregamento. Proprio per il fatto che sono più occlusive, si forma anche una maggiore umidità nella zona coperta, cosa che può aumentare i problemi cutanei.
Le chirurgiche seppur efficaci in quanto a capacità filtrante dall’interno verso l’esterno, non lo sono per il contrario. Tali mascherine, posseggono una resistenza respiratoria più bassa pertanto non dovrebbero causare gravi difficoltà a chi le indossa nel corso della giornata. Anzi, hanno anche una funzione protettiva ai pollini nei soggetti che soffrono di allergia. Di contro non garantiscono eccessiva protezione dal virus proveniente dall’esterno. Il problema più frequente è quella dell’irritazione della pelle del viso. Le alterazioni che danno le mascherine sulla pelle, fortunatamente, sono tutte a carattere transitorio. Alcune volte possono esserci reazioni allergiche alla gomma delle mascherine. I problemi maggiori, però, riguardano i soggetti con dermatiti già esistenti. Per chi ha psoriasi o dermatite c'è un peggioramento nelle zone di occlusione della mascherina. Ci possono essere problemi respiratori soprattutto nel caso delle mascherine con la valvola Ffp2 ed Ffp3 per chi pratica attività fisica, la respirazione potrebbe farsi più affannosa specialmente durante quelle attività che richiedono più ossigeno. Lo sforzo fisico con la mascherina che copre le vie respiratorie potrebbe causare una sovrapproduzione di anidride carbonica respirata che crea un aumento della pressione o tachicardia. Se questa condizione si protrae a lungo, si può assistere alla comparsa di sintomi come mal di testa, giramenti di testa, confusione e, nei casi più gravi, anche svenimento. Le mascherine sono una parte essenziale della Fase 2 del Coronavirus, ma al contempo non possiamo ignorare gli effetti collaterali se le indossiamo male e per troppo tempo. In tutti i casi, se avvertiamo un senso di affaticamento o di giramento di testa, è meglio fermarsi e prendere una boccata di ossigeno, sempre alla giusta distanza da altre persone. Un ultimo effetto collaterale, sempre causato dall’indossare la mascherina a lungo, è di manifestare un leggero dolore all’orecchio. E’ dovuto principalmente alla presenza dei lacci, che stringono dietro la testa ed esercitano una pressione sulle orecchie. Se sappiamo di dover indossare la mascherina a lungo possiamo utilizzare una crema lenitiva nell’area delle orecchie o nei punti più critici per assorbire l’umidità in eccesso e mantenere la pelle asciutta. Importante ricordare che in nessun momento la mascherina va abbassata, così come fanno molti giovani, scoprendo l’intero viso. Non dobbiamo nemmeno tenerla al collo o appoggiarla dove ci capita, né lasciarla in giro dopo averla indossata.

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