Fava si autocandida alla Presidenza della Regione. Auspica un’ampia coalizione aperta anche a qualche ex di Musumeci

di Giancarlo Drago
Il presidente della commissione antimafia dell'Assemblea regionale, Claudio Fava, si candida ufficialmente a Governatore della Sicilia alle elezioni del 2022.
Un’ autocandidatura che potrebbe essere sostenuta da Pd, Movimento cinque stelle e un’indefinita area della sinistra, ma che lui non precisa se già sondati e disponibili a spendersi sul suo nome. Ma sottolinea come non intenda sottoporsi o aspettare le mediazione romane.
"Vorrei governare questa terra da uomo libero, responsabile e umile - ha dichiarato in un’intervista - non da solo, ma assieme ai tanti con cui abbiamo lavorato in questi anni e ad altri ancora, come i gruppi moderati delusi da questa stagione di governo”. In questa prima sortita ufficiale Fava punta anche a smussare quei tratti ruvidi che lo hanno inviso spesso alla politica e all’opinione pubblica.
Non a caso abbassa i toni su Musumeci e il suo governo: “Non sono il demonio, ma un governo che ha fallito con un presidente onesto, ma rassegnato alla propria solitudine e alla propria collera. Ma molti dei suoi sono persone gradevoli, taluni anche politicamente così capaci che non mi dispiacerebbe averli accanto".
Un’apertura imprevedibile nel Claudio di alcuni anni fa, rancoroso e sprezzante, oppresso da una tragedia familiare che lo ha segnato profondamente e che ne ha delineato i contorni etici e politici.

Oggi può legittimamente chiedere un consenso ampio che vada al di sopra di partiti e movimenti impalpabili nella sostanza e nelle idee, appellandosi alle forze migliori, alle competenze e al desiderio di partecipazione, alla morale e all’ onestà come doti naturali e non come titolo da esibire. A chi crede nella politica come servizio.

La Sicilia ha bisogno, per non affondare ulteriormente, di queste persone.

Fava é certamente credibile, che riesca poi a puntare realmente ai vertici di un futuro governo, é ancora troppo presto per prevedere.

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