Zen, dopo il fallito agguato ai Colombo, chiuso il bar Cherì per un mese. "Epicentro della faida tra clan familiari"

di Ambra Drago
Chiuso per un mese il bar “Cherì” del quartiere Zen1 di Palermo. Il provvedimento è stato preso dal Questore di Palermo, Leopoldo Laricchia così come previsto dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, ha lo scopo, a titolo di tutela preventiva, di garantire l’ordine e la sicurezza pubblica dei cittadini.Una decisione maturata dopo le indagini portate avanti dalla Squadra Mobile di Palermo dopo una sparatoria con un tentato omicidio avvenuto lo scorso 23 marzo in via Filippo Patti allo Zen. In quel conflitto rimasero gravemente ferite, tre persone della famiglia Colombo dopo una serie di contrasti avvenuti proprio all'interno del bar. Dopo pochi giorni gli uomini guidati da Rodolfo Ruperti individuarono i componenti del gruppo di fuoco e che portarono la stessa Direzione Investigativa Antimafia a emettere sei fermi. Tensioni e frizioni tra due famiglie dello storico quartiere e come lo stesso Capo della Mobile ebbe modo di sottolineare senza alcun timore per l'incolumità dei cittadini si affrontarono in pieno giorno. Gli investigatori fin da allora riuscirono ad accertare che tutte le tappe di ideazione del fallito agguato maturarono ed ebbero come sfondo il bar dove proprio oggi i poliziotti poliziotti della Divisione Polizia Amminisrativa e Sociale della Questura e del Commissariato di P.S. San Lorenzo hanno apposto i sigilli. "Nell’esercizio commerciale sottolineano dalla Questura di Palermo sarebbero gravitati infatti frequentatori pregiudicati, la cui presenza è risultata in una pluralità di situazioni verificatesi in un significativo lasso temporale" facendo scattare un provvedimento di natura strettamente amministrativa.

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