Laurea in Scienze e Tecnologie Agroalimentari: 18 maggio online si parla del rapporto tra legno e cucina quando si mangia e si beve

Esiste un rapporto tra l’alimentazione e il legno? E quante volte questo materiale entra a fare parte dei menù delle nostre cene al ristorante o tra amici a casa?
Questo è il tema che sarà trattato martedì 18 maggio alle 18 – online su Microsoft team al link https://tinyurl.com/zsy9f56s – nel corso del ciclo di seminari “Abbina-Menti”, organizzato dal corso di laurea in Scienze e Tecnologie AgroAlimentari dell’Università di Palermo.
Durante i 90 minuti di incontro, interverranno chef, bottai, enologi e mastri birrai.Il primo a prendere la parola sarà Camelo Trentacoste, chef del MEC restaurant, nato dall’idea dell’architetto Giuseppe Forello, all’interno di Palazzo Castronovo a Palermo. Un luogo fuori dal comune dove l’energia della conquista digitale della collezione di prodotti Apple della Fondazione Jobs, si fonde con il gusto della cucina innovativa. Nasce così il matrimonio tra design e tecnologia all’interno di un ristorante. Sarà presentata una creazione singolare, dove l’ingrediente “segreto” è svelato: il legno, proveniente da aromi come la liquirizia e la cannella.Il bottaio Girolamo Li Causi, proprietario di Marsalbotti, parlerà del valore delle botti nel dare il giusto sapore al vino ed esporrà le tecniche per costruirle in modo artigianale.

L’enologo Luciano Parrinello parlerà dell’affinamento in botte e dell’importanza della qualità del legno ai fini della qualità della fermentazione.

Il mastro birraio Riccardo Franzosi con il suo team spiegherà la differenza nel fermentare la birra o nelle vasche d’acciaio o nelle botti di legno. Si parlerà anche del trucco di fare invecchiare la birra nelle stesse botti dove un tempo si faceva riposare il vino.

Vittorio e Cristiana Beltrami, dell’omonimo centro di gastronomia casearia di Pesaro-Urbino,faranno conoscere i pecorini fatti maturare in botte con erbe di montagna, foglie di noce, foglie di castagno, oppure con vinaccia o cenere d’ulivo, o ancora con aglietto selvatico, aneto, pimpinella, paglia e menta selvatica. Il legno sembra essere la chiave che apre le porte all’aroma e al buon gusto degli alimenti.

Andrea Camaschella, uno dei personaggi più noti del mondo delle birre artigianali italiane, giudice internazionale, scrittore per riviste di settore e di guide birraie aiuterà a comprendere meglio il rapporto tra legno e il buon bere, tra tradizione e innovazione.

L’incontro, aperto a tutti sarà moderato da: Nicola Francesca. Il coordinamento è a cura di: Paolo Inglese, Nicola Francesca, Concetta Maria Messina, Aldo Todaro, Filippo Sgroi, Claudio De Pasquale, Milko Sinacori, Valerio Lombardo, con il contributo di Mauro Ricci, Gino e Teresa Armetta. La Grafica è di Stefano Lo Voi.

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