Spazzatura dal cielo

di Giuseppe La Manna

I detriti del razzo lanciato dalla Cina, per mandare in orbita il modulo centrale della sua stazione spaziale permanente, hanno rischiato di cadere in Italia. Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna le regioni a rischio. Il razzo è stato lanciato il 29 aprile, il suo peso circa 270 tonnellate. La Cina ha affermato che il rischio di danni sulla Terra era estremamente basso e la probabilità di causare danni alle persone minima.
La protezione civile però ha fornito alcune indicazioni utili alla popolazione: “è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti". Si consiglia, comunque, "di stare lontani dalle finestre e porte vetrate; i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici; all'interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell'eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti; è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da Terra prima dell'impatto; alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero resistere all'impatto. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti". Quindi gli esperti hanno smentito quanto dichiarato dai cinesi. Fortunatamente è andato tutto bene, come sappiamo, i detriti sono caduti nell’Oceano Indiano. Ma sottolineo che è stato solo questione di fortuna. I detriti spaziali non sono altro che frammenti di satelliti ormai non più funzionanti, la maggior parte dei quali per uso militare, gli stadi propulsivi dei razzi, bulloni, coperture termiche, macchine fotografiche perse nello spazio dagli astronauti, ma anche altri utensili da loro utilizzati. Sono stati catalogati circa 9000 oggetti, tra cui parecchi miliardi di oggetti minuscoli, tra 0,1 mm e 1 cm. Anche se questi oggetti sono di piccole dimensioni, bisogna tenere presente che l'eventuale collisione avrebbe luogo a una velocità elevatissima: circa 10 km/s, nel caso di una collisione in orbita bassa. A questa velocità, una particella di solo 1 grammo equivale a un'automobile lanciata a tutta velocità. La Stazione Spaziale Internazionale è stata equipaggiata con protezioni particolari per mitigare eventuali danni causati dalla spazzatura spaziale. I detriti spaziali sono aumentati negli ultimi anni, diventando un problema per l'alta possibilità di collisioni con satelliti attivi, ma anche con aerei di linea. Ciò potrebbe causare anomalie ai GPS, alle comunicazioni, ecc. Da ciò la necessità e l’urgenza di regole comuni tra i vari Stati. Bisognerebbe spingere in sede ONU per l'approvazione di un accordo che riconosca il problema dei detriti spaziali come uno dei problemi che riguardano tutta l'umanità. Ogni tanto alziamo lo sguardo verso il cielo. Non si sa mai!

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