Incendio Gangi, Cia Sicilia Occidentale: “Macchina della solidarietà in moto, ma non basterà a superare la grave emergenza”

“È presto per una stima completa della devastazione causata dal rogo che ha mandato in fumo ettari di pascoli, fienili, macchinari agricoli ed ucciso tantissimi capi di bestiame tra Gangi, Geraci Siculo e San Mauro Castelverde. E non è neanche il momento di fare polemiche. La macchina della solidarietà tra allevatori e agricoltori è già in moto, ma non basterà certo a superare questa emergenza che mai si era presentata nella zona delle Madonie. Ci aspettano altre due settimane di caldo intenso e rischio incendi sempre più elevato. Bisogna agire immediatamente per dare sostegno alle tante aziende del comparto agroalimentare che hanno subito danni, serve liquidità per l’acquisto di foraggio.
L’Isola, colpita quasi ovunque questa estate dagli incendi, difficilmente potrà venire fuori da sola da questa devastazione”. A dichiararlo è Antonino Cossentino, presidente della Cia Agricoltori della Sicilia Occidentale, sui recenti incendi che hanno interessato la zona delle Madonie al confine con le province di Messina – il rogo partito, da Gangi, è arrivato fino a Castel di Lucio – ed Enna (colpita anche Nicosia). La Cia Sicilia Occidentale sta raccogliendo la disponibilità da parte di aziende del territorio, non solo palermitano, disposte a fornire da subito fieno per le migliaia di capi che rischiano la morte. “Bovini e ovini – racconta Salvino Nasello, delegato per la zona di Gangi della Cia Sicilia Occidentale – sono già alla fame, vagano alla ricerca di cibo. Purtroppo tanti animali da allevamento hanno fatto una bruttissima fine, molti sono rimasti gravemente feriti e bisogna abbatterli. Apprezziamo il gesto di tanti nostri colleghi, ma qui abbiamo vissuto qualcosa di apocalittico. La solidarietà potrà bastare per qualche giorno. Le fiamme viaggiavano velocissime, sospinte dal libeccio, è stata una corsa disperata per salvare il salvabile. Il rogo ha distrutto però i fienili e le riserve di foraggio, macchinari, recinzioni, condutture per l’acqua. Non c’è più niente, solo paesaggi inceneriti dalle fiamme. Considerata la siccità della nostra isola, i nuovi pascoli saranno pronti la prossima primavera. E noi cosa faremo fino ad allora? Gli animali hanno bisogno di cibo per sopravvivere, non possono aspettare”.

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