Arrestato a Madrid il latitante Gammino. Era evaso da Rebibbia vent'anni fa

Arrestato in Galapagar  (Madrid), dal personale della DIA e delle unità dell’UDYCO della Polizia Nazionale spagnola, con il coordinamento della Procura Distrettuale di Palermo, il latitante Gioacchino Gammino, 61anni nato a Desi inserito nell’Elenco dei Latitanti Pericolosi del Ministero dell’Interno.L'uomo risulta pregiudicato per associazione di tipo mafioso, omicidio ed associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, ed è affiliato alla famiglia stiddara degli “INGAGLIO” di Campobello di Licata (AG), che, alleatasi con la stidda nissena, negli anni ’90 aveva scatenato una lunga e sanguinosa guerra di mafia contro gli esponenti della storica consorteria mafiosa Cosa nostra, facendo registrare circa 200 omicidi.

Gammino, arrestato per la prima volta nel ’84 nell’ambito del procedimento “Abbate +76” poi sfociato nel primo maxi processo a cosa Nostra a Palermo, venne indagato allora dal Giudice Istruttore Giovanni Falcone per una vicenda legata ad un traffico di droga.

Nel ’95 venne colpito da un’ordinanza di arresto in carcere per associazione di tipo mafioso per l’omicidio aggravato di Smiraglia Giovanni e Curto Salvatore. Successivamente si è reso latitante e veniva catturato a Barcellona (Spagna). L’11 febbraio 1999 veniva estradato in Italia presso la casa circondariale di Rebibbia da dove evase il 26.06.2002 mentre giravano alcune scene di un film con l’attrice Vittoria Belvedere all’interno del citato istituto penitenziario un detenuto si arrampicavo su un muro urlando, agitandosi e rifiutandosi di scendere. Gammino approfittandondella.situazione era riuscito a evadere.

L'uomo è trattenuto presso il Quartier Generale dello dell’UDYCO in attesa della consegna alle Autorità italiane.

Alla cattura sottolineano dalla Dia di Palermo si è giunti attraverso una complessa ed articolata attività investigativa durata due anni.

Il latitante è nipote di Diego Ingaglio, ucciso il 31.10.1991 a Naro in provincia di Agrigento e esponente di spicco di Cosa Nostra, poi “fuoriuscito” dall’organizzazione e resosi promotore di autonomi gruppi mafiosi, che, fra loro alleatisi, avevano dato luogo a quella confederazione di clan mafiosi denominata“Stidda”.

Inoltre su di lui pendeva il mandato di arresto europeo del 2014 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, diretta dal Procuratore Luigi Patronaggio.

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