Omicidio Mattarella 42 anni senza veritá. Orlando: "Se la mafia non governa la cittá, lo si deve anche a lui"

Quarantadue anni fa veniva ucciso il Presidente della Regione,Piersanti Mattarella e come consuetudine viene ricordato sul luogo dell'eccidio in via Libertà. Quella mattina del 6 gennaio 1980, stava recandosi a Messa insieme alla moglie, alla suocera e ai figli Bernardo e Maria. Quando dei killer lo uccisero. Famosa la foto che la fotoreporter Letizia Battaglia riuscì a scattare poco dopo quando il politico si trovava tra le braccia del fratello, Sergio, all'epoca 45enne e attuale Presidente della Repubblica. Tanti i misteri per la morte di un lungimirante politico della DC,.divenuto Presidente della Regione nel 1978, che amava una amministrazione trasparente dalle "carte in regola".Le sue riforme sul fronte degli appalti e dell'urbanistica compresse gli spazi della speculazione edilizia e degli interessi di mafiosi e palazzinari. Da tempo si era reso conto della necessità di recidere con urgenza e nettamente i legami della politica e con la mafia. Per non parlare dell'attuazione preventiva di un Bilancio della Regione e la massima attenzione sul tema della trasparenza e regolaritá nel settore degli appalti. Un uomo che evidentemente con le sue idee dava fastidio e doveva essere eliminato. Ebbene dopo la sua morte furono tante le piste investigative seguite.​La vicenda giudiziaria è stata lunga e complessa. E non definitiva. Come mandanti sono stati condannati all'ergastolo i boss della commissione di Cosa nostra (Totò Riina e Michele Greco su tutti, con gli altri esponenti della cupola: Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca, Pippo Calò, Francesco Madonia e Antonino Geraci). L'inchiesta, però, non è riuscita a identificare né i sicari né i presunti mandanti esterni.Nel 2018 la procura di Palermo ha riaperto l'inchiesta sull'omicidio: nuovi accertamenti considerati doverosi, anche attraverso complesse comparazioni fra reperti balistici, per quanto siano resi complicati dal lungo tempo trascorso e dalle sentenze passate in giudicato.Una pista che fu per molto tempo battuta di quella dei Nar(i Nuclei armati rivoluzionari),il cui capo, il terrorista nero Giusva Fioravanti, riconosciuto dalla vedova di Piersanti Mattarella, Irma Chiazzese, fu processato e definitivamente assolto dall'accusa di essere stato il killer. Uno dei reperti del processo celebrato a Palermo, la targa di un'auto del commando, sarebbe stata divisa in due dagli autori del furto e una parte fu poi ritrovata in un covo dell'organizzazione terroristica neofascista.Ma nulla di più. Un omicidio, quello di Mattarella ancora senza una veritá come tanti altri delitti eccellenti della storia italiana. E un ricordo sulla figura politica di Mattarella è stato espresso dal sindaco Leoluca Orlando."Sono passati quarantadue anni dall'omicidio di Piersanti Mattarella e sono ancora troppe le zone d'ombra di un'uccisione che ha segnato la storia del nostro paese. Mattarella è stato vittima di un potere criminale-mafioso legato a doppio filo con l'eversione fascista e con alleanze locali e internazionali. Per Mattarella il compromesso storico, interrotto col sequestro e il delitto di Aldo Moro, rappresentava la convinzione di un dialogo, della condivisione di un percorso che in quegli anni sarebbe stato rivoluzionario. Piersanti Mattarella è stato un rivoluzionario perché richiamava il primato della politica unito all'etica in un periodo storico in cui il volto del potere criminale si identificava con quello delle istituzioni. Ed è questo uno dei tanti valori che ci lascia, ovvero il rispetto per il primato della politica intesa nel suo più alto valore, come servizio ai cittadini, senza biechi compromessi, senza paure o infingimenti, avendo come unica guida la nostra Costituzione. Se oggi la mafia non governa Palermo lo si deve anche a Piersanti Mattarella che ha contribuito al cammino di liberazione della città e al suo cambiamento culturale. Anche per questa ragione, a distanza di quarantadue anni, non dobbiamo arrenderci ma cercare verità e giustizia".

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