Truffa da 440 milioni anche con il Sismabonus e quello per le facciate. Arresti e sequestri dal Trentino alla Sicilia

Duecento militari delle Fiamme Gialle, tra cui anche quelli appartenenti alla Sicilia, hanno dato il via a una vasta operazione. Le accuse sono di truffa ai contributi statali per 440 milioni, ben 78 gli indagati, Emesse 35 misure cautelari di cui 8 in carcere e 4 ai domiciliari nonché 23 interdittive di cui 20 all’esercizio di impresa nei con-fronti di altrettanti imprenditori e 3 all’esercizio della professione nei confronti di altrettanti commercialisti, in quanto ritenuti componenti di un articolato sodalizio criminale con base operativa a Rimini ma ramificato in tutto il territorio nazionale. Eseguite ottanta perquisizioni ed il sequestro dei falsi crediti, di beni e assetti societari per il reato di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Tra gli indagati, in 9 avevano presentato domanda di reddito di cittadinanza e tre avevano precedenti di polizia per associazione a delinquere di stampo mafioso.Secondo gli investigatori, l’associazione a delinquere, che secondo l’ipotesi investigativa è composta da 56 persone che si sarebbero avvalsi di 22 prestanomi, ha un nucleo centrale di 12 persone, tra imprenditori e commercialisti. Le indagini hanno preso le mosse da un attento esame della documentazione relativa ad una presunta “cessione di crediti d’imposta”, effettuata da una società coinvolta in altro procedimento penale per reati fallimentari. L’analisi sull’origine dei crediti effettuata tramite l’utilizzo delle banche dati incrociata con le indagini sul campo e la valorizzazione delle segnalazioni per operazioni sospette, avrebbe consentito alle Fiamme Gialle di appurare che gli stessi erano inesistenti per carenza di requisiti. Da lì è nato il nuovo filone investigativo che fin dallo scorso mese di giugno ha consentito il monitoraggio dell’organizzazione, verificando come questa fosse totalmente dedicata alla creazione e commercializzazione di falsi crediti di imposta, successivamente monetizzati cedendoli a ignari acquirenti estranei alla truffa, portati in compensazione con conseguente danno finale alle casse dello Stato.Il sodalizio avrebbe operato secondo tappe specifiche, comuni ai crediti d’imposta fittizi generati (Bonus locazioni, Sismabonus e Bonusfacciate). E così tramite professionisti compiacenti, avrebbero reperito società attive in grave difficoltà economica o ormai decotte, utili alla creazione degli indebiti crediti d’imposta. Poi avrebbero sostituito il rappresentante di diritto di tali società con un prestanome, da cui ottenere le credenziali per poter inserire le comunicazioni di cessioni crediti nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate, così da avere uno schermo in caso di futuri accertamenti. Ma non solo, avrebbero inserito le comunicazioni dichiarando di aver pagato canoni di locazione superiori agli effettivi (persino oltre il 260.000%) o effettuato lavori edili mai iniziati, così da generare crediti di imposta non spettanti. Inoltre avrebbero ceduto i crediti d’imposta a società compiacenti e dopo il secondo passaggio a società terze inconsapevoli, così da rendere più difficile la ricostruzione. Il profitto dei reati è stato:



- investito in attività sia commerciali che immobiliari (subentro nella gestione di ristoranti, acquisto di immobili e/o quote di partecipazioni societarie);

- veicolato, attraverso una fatturazione di comodo, verso alcune società partenopee per essere monetizzate in contanti;

- trasferito su carte di credito ricaricabili business, con plafond anche di 50.000 euro e prelevato in contanti presso vari bancomat;

- impiegato per finanziarie società a Cipro, Malta, Madeira e convertito in cripto valute;

- investito in metalli preziosi ed in particolare nell’acquisto di lingotti d’oro.

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