Svelato il murales dedicato al giudice Terranova e Lenin Mancuso. Il figlio:"L'esigenza di non dimenticare e di cercare sempre la verità"

di Ambra Drago
"Questi volti hanno una duplice esigenza- sottolinea Carmine Mancuso ( figlio di Lenin, maresciallo della polizia affidato alla tutela del giudice Terranova ucciso insieme a lui il 25 settembre 1979) quelli di essere ricordati e la sete di giustizia. Questo messaggio è lanciato a tutti i soggetti e alle persone di buona volontà che non devono mai smettere di cercare la verità". E la voglia di legalità e allo stesso tempo la voglia di mandare un messaggio positivo che rimanga per sempre, campeggia in questo murales. E allora abbiamo chiesto a Carmine Mancuso, presidente della “Associazione per onorare la memoria dei Caduti nella lotta contro la mafia“di raccontarci dal punto di vista umano chi era suo papà. "Io credo che sia stato un padre esemplare e sono orgoglioso di lui. Con il suo sacrificio ha dimostrato il suo attaccamento alla democrazia, alla legge e alla giustizia. Ci ha insegnato tanti valori. Ammiravo la sua capacità di non arrendersi mai, la sua continua voglia di giustizia e di agire sempre nell'interesse della legge e di essere pronto a recepire le esigenze umane sempre nel nome della democrazia. E poi non posso dimenticare la sua onestà e la fermezza del suo carattere. L'opera è stata finanziata dall'Assemblea Regionale Siciliana e ha visto la collaborazione dell'Associazione Internazionale Joe Petrosino, l’A.N.S.I. e con il patrocinio del Comune di Palermo.
"Ringrazio il Presidente, conclude Mancuso- e poi tutti coloro che hanno collaborato gratuitamente". Il murale realizzato, da Igor Scalisi Palminteri si trova a pochi passi, in via Rutelli, dove avvenne l'agguato. E questa mattina presenti alla cerimonia anche Francesca e Vincenzo Terranova (nipoti del Giudice Istruttore)."L'impressione positiva esordisce Vincenzo Terranova -è data dalla raffigurazione, infatti Cesare e Lenin vengono ripresi in un momento della loro quotidianità perchè, parlano, sorridono, chiacchierano. E questo dimostra anche il fatto che sono persone come noi, e che sono morte semplicemente per fare il loro dovere". 

Subito dopo aggiunge una sua emozione Francesca Terranova. "E' bello che ci sia questo "monumento" nella città, soprattutto perchè è stato realizzato in una scuola. Abbiamo incontrato i bambini loro che hanno "adottato" sia Cesare che Lenin".A pochi passi incontriamo Geraldina Piazza (nipote di Giovanna Terranova) che da bambina abitava nello stabile dello zio. Ci racconta il legame speciale, segnato da un bellissimo amore quello del Giudice per la moglie. E poi ci racconta tanti aspetti della quotidianità di questo zio che frequentava."Il racconto che faccio sempre è di questo amore tra zio Cesare e zia Giovanna. LA coccolava, la chiamava "pupina" . Lui pensava a tutto. A me quando mi domandavano cosa volessi fare da grande non avevo dubbi: dicevo voglio fare "pupina" dentro di me avevo capito era qualcosa di bello". Il Giudice amava sua moglie e tantissimo anche gli animali, amava i gatti, lo ha scritto persino nel testamento. "Era un gaudente, una grande persona conclude Geraldina Piazza- e sono contenta che questo murale rimarrà come testimonianza nel tempo soprattutto che sia stato realizzato in questo luogo".Un ricordo sentito quello espresso da Leonardo Agueci, già sostituto procuratore di Palermo e attualmente presidente dell'Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale: " Io personalmente ho un legame familiare antico. Questo rende permanente in questo luogo il ricordo di due martiri. E' importante che il ricordo non si perda mai. Il giudice Terranova ha creduto fino in fondo e prima di tanti altri nella pericolosità del fenomeno mafioso moderno. Negli anni 70' si pensava ancora alla mafia arcaica e invece stava cambiando e stava diventando quell'organizzazione feroce che abbiamo conosciuto negli anni successivi e lui è stato il primo a comprenderlo". E il murale è stato realizzato in una parete dell’ I.C.S Giovanni XXIII-Piazzi. "Abbiamo deciso di scrivere qualcosa di importante in questo muro ha sottolineato nel suo discorso il dirigente scolastico Aurelia Patanella. Questi due grandi uomini lo meritavano. Grazie davvero a tutti coloro che lo hanno reso possibile. Siamo riusciti in questa impresa. Come vedete il giudice e il poliziotto vengono raffigurati mentre parlano, un'interlocuzione che sta alla base di ogni tipo di rapporto umano. Dico anche tra docenti e alunni". Durante l’iniziativa ha avuto luogo una performance dei pupari Anna, Dario e Nicolò Argento, eredi dell’antica arte siciliana, e sono stati eseguiti alcuni brani musicali dal maestro Mario Renzi al violino, Giovanni Sunseri alla tromba e dal soprano Marta Favarò. La direzione artistica dell’evento è stata curata dal maestro Salvatore Di Grigoli. Alla cerimonia ha partecipato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il vicario del Questore di Palermo, Lo Iacono, gli altri rappresentanti delle Forze dell'Ordine e tanti cittadini insieme agli alunni dell'Istituto.

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