44 anni fa veniva ucciso a Cinisi, Peppino Impastato, da Radio Aut denunciava la mafia. Giornata di eventi per ricordarlo

Giornata di iniziative a Cinisi, in provincia di Palermo per ricordare Peppino Impastato,giornalista e speaker di Radio Aut, in occasione del 44esimo anniversario dall’omicidio da parte della mafia. Di mattina un presidio presidio, dall’Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, dove parteciperà il deputato Questore della Camera Francesco D'Uva, nel Casolare dove nel 1978 è avvenuto l’omicidio. Nel pomeriggio alle ore 16 ci sarà il Corteo da Radio Aut ( a Terrasini) a Casa Memoria (Cinisi). Alle ore 18,30 ci saranno diversi interventi sempre da Casa Memoria.Peppino Impastato giornalista e speaker di Radio Aut fu ucciso il 9 maggio del 1978 per volere del boss Tano Badalamenti. Peppino proveniva da una famiglia mafiosa, dalla quale aveva deciso di allontanarsi. Era un militante di sinistra e al momento della sua uccisione, aveva trent'anni, era candidato al consiglio comunale Nel suo paese fondò una piccola radio locale, Radio Aut, dalla quale denunciava i traffici illeciti della mafia e di Tano Badalamenti. Impastato fu ucciso da sicari mafiosi che con una messinscena riuscirono a far credere che fosse stato dilaniato dall’esplosione di un ordigno mentre lui stesso organizzava un attentato dinamitardo. Il suo corpo venne ritrovato sui binari della ferrovia. Ci vollero anni di processi per giungere ad una verità.Per il suo omicidio vennero condannati nel 2001 Vito Palazzolo a 30 anni di carcere e nel 2002 a Badalamenti venne dato l'ergastolo.
Il suo coraggio, le sue idee e la sua forza in tutti questi anni dopo la morte di mamma Felicia, sono state portate avanti dalla nipote Luisa, presidente di Casa Memoria e dal fratello di Peppino, Giovanni. E in questa giornata un ricordo ha voluto esprimere il sindaco di Palermo, Orlando: L'esperienza umana e culturale di Peppino Impastato è un invito a tutti a rifiutare i condizionamenti criminali. E' un inno alla libertà, al recupero della dignità umana. La storia di Impastato ci ha insegnato, anche, a non smettere mai di cercare la verità, a lottare per ottenerla. Una verità che per troppo tempo è stata allontanata da un depistaggio ordito da pezzi dello Stato. Impastato pagò con la vita l'avere sfidato la mafia in un territorio in cui si era stabilito un sistema di relazioni tra apparati dello Stato e mafiosi che governavano la Sicilia. La sua figura rimane un punto di riferimento per quanti hanno scelto di schierarsi contro la mafia e i suoi legami con la politica, facendo scelte di rottura senza compromessi. Il recupero del Casolare dove fu ucciso è un ulteriore contributo alla gratitudine e alla ammirazione da parte di tutti e uno stimolo anche di conoscenza dell’impegno per i diritti delle future generazioni".

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