Catania, avrebbero pilotato il fallimento della della TC Impianti per favorire clan Pillera-Punzina : tre arresti

Ai domiciliari tre persone, nell'ambito dell'inchiesta della Guardia di Finanza di Catania sulla TC Impianti che opera nel settore delle telecomunicazioni e dichiarata fallita dal Tribunale del capoluogo etneo nel 2021.Gli indagati sono Francesco Marino, rappresentante legale della società, e Giovanni Consolo e Massimo Scaglione, in qualità di soci e amministratori. Sono accusati di bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, con condotte aggravate dall’avere favorito il clan mafioso Pillera-Puntina. Nei loro confronti il gip ha emesso un’ordinanza cautelare che dispone anche la misura del divieto temporaneo di esercitare l'attività imprenditoriale per un anno.
Dalle indagini sarebbe emerso che gli indagati, «a fronte di un rilevante passivo fallimentare della società, pari a circa 800 mila euro, prevalentemente costituito da debiti verso l’erario, avrebbero trasferito, a un prezzo non congruo, macchinari, attrezzature e posizioni contrattuali a una nuova società appositamente costituita, la Easytel, che di fatto, contesta l’accusa, ne ha continuato l’attività imprenditoriale». Sarebbero state, inoltre, «emesse fatture per operazioni inesistenti, con realizzazione di un indebito profitto, pari all’Iva non versata da parte di T.C. Impianti, per 140 mila euro». Sempre per l'inchiesta sarebbero state fondamentali la  dichiarazione di un collaboratore di giustizia ed elementi investigativi che, secondo la Procura, «consentirebbero di ricondurre la società a Salvatore Pillera, capostipite dell’omonimo clan, attualmente detenuto in regime di 41-bis». Infine è stata posta sotto sequestro la Easytel, i relativi beni aziendali e del profitto del reato tributario di emissione di fatture per operazioni inesistenti, per un valore stimato di oltre un milione di euro.

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