Mafia e droga, dopo l'omicidio Incontrera il blitz nel mandamento di "Porta Nuova": 18 fermi

Un mandamento in fibrillazione quello di "Porta Nuova" che in ordine di tempo, a fine giugno, è stato teatro dell'omicidio di Giuseppe Incontrera (il killer si è costituito ai carabinieri ieri per chi legge) . L'uomo ucciso da tre colpi di pistola alla Zisa, era ritenuto dagli investigatori vicino a Tommaso Lo Presti, inserito nelle dinamiche mafiose del territorio anche per via dei legami acquisiti ci parentela con un elemento di spicco del calibro di Giovanni Di Giovanni. Fermati dai carabinieri nell'operazione di oggi, insieme al figlio di Incontrera, lo stesso Di Giovanni e Lo Presti scarcerato per fine pena nel 2020. Sono complessivamente 18 gli indagati nell'operazione denominata "Vento", ritenuti a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsioni e rapine aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose. Le indagini portate avanti con pedinamenti e intercettazioni dal comando provinciale dei carabinieri guidati da Giuseppe De Liso, hanno delineato l'organigramma del mandamento, individuando colui che è ritenuto il reggente insieme ad altre figure apicali e gregari. Inoltre è stata ricostruita un' articolata associazione finalizzata al traffico di stupefacenti di ogni tipo (hashish, marijuana, cocaina, eroina e crack) gestita, in tutta la sua filiera (dalle fasi di approvvigionamento all’ingrosso allo spaccio al minuto sul territorio) dai vertici del mandamento mafioso, per alimentarne le casse. Un bussiness che non si sarebbe mai fermato, nemmeno durante il lockdown. Sono stati fermati, i presunti capi di 6 ben piazze di spaccio, localizzate nei centralissimi quartieri del Capo, della Vucciria, di Ballarò e della Zisa (via dei Cipressi, piazza Ingastone e via Regina Bianca), capeggiate da elementi ritenuti organici a Cosa nostra.Ricostruite episodi estorsivi e 5 tentativi di estorsione in danno di imprenditori e commercianti del centro cittadino e dimostrare la commissione di 2 rapine a mano armata, finalizzate a rimpinguare le casse del sodalizio.
"Il provvedimento pre-cautelare sottolineano dal comando provinciale di Palermo, è stato emesso in via d’urgenza in quanto erano emersi chiari intendimenti di alcuni degli indagati di darsi alla fuga soprattutto dopo l'omicidio Incontrera. Tale grave fatto di sangue, infatti, avrebbe potuto aumentare il rischio della commissione di delitti della medesima specie o di rafforzare la volontà degli indagati di darsi alla latitanza perché responsabili diretti o indiretti di tali omicidi o, comunque, per sottrarsi (anche) da eventuali ritorsioni".

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