Nasce museo per Giuliano e gli altri poliziotti uccisi. Capo della polizia: "Così i giovani capiscono cosa è davvero la lotta alla mafia"

di Ambra Drago
La Questura ha aperto al pubblico e metterà a disposizione dei visitatori un percorso memoriale, dedicato ai caduti per mano mafiosa, in servizio presso la Squadra Mobile di Palermo. Attraversi i corridoi del complesso S. Elisabetta, adiacente alla Squadra mobile di Palermo e ti imbatti nella riproduzione del 2018, della stanza di Giorgio Boris Giuliano, il capo della Mobile ucciso il 21 luglio 1979 in via Di Blasi all'interno del bar Lux.Puoi vedere un tavolo con i faldoni con i tanti documenti a sua firma e non puoi non notare il fatto che è vero è un commissario ma dietro quei baffi riconosci il sorriso di un padre con in braccio il figlio Alessandro(anche lui in polizia, attuale questore di Napoli).

Poi via via puoi notare le gigantografie degli altri poliziotti uccisi per mano mafiosa. Un percorso emozionale che è stato inaugurato oggi alla presenza del capo della Polizia, Lamberto Giannini che ha dichiarato: "Innanzitutto voglio rendere onore ai nostri caduti. Dico sempre che con il loro esempio e con le loro storie vanno ricordati perchè continuano il loro servizio nei confronti delle future generazioni che capiscono cosa è davvero la lotta alla mafia".

Un percorso della memoria condiviso dal questore di Palermo, Leopoldo Laricchia:"Un'idea nata dalla Squadra mobile, luogo simbolo della lotta alla mafia. Il percorso realizzato ricorda funzionari e semplici agenti della Polizia e questo è un percorso di vera memoria. Un luogo che sarà aperto alle scolaresche. Vogliamo continuare questa esperienza di prossimità. Ci sarà una guida per i visitatori e degli orari concordati ma invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare". Prima di procedere alla benedizione da parte del cappellano della Polizia di Stato, Massimiliano Purpura e di procedere al taglio del nastro, ha preso la parola, il capo del Dac, il prefetto Francesco Messina.

"Dobbiamo ricordare i pionieri - sottolinea il prefetto Messina-che hanno percorso una strada che ci hanno consentito i risultati di oggi. Siamo molto contenti di questa iniziativa e di aprire i nostri uffici alla gente con riproposizione degli ambienti di dove si è sviluppata l'attività di questi eroici colleghi. Voglio concludere il mio intervento con una frase di Sciascia: "Quando una collettività non perde la memoria vuol dire che non è disposta nemmeno a perdere la libertà". Ciò esprime il valore di quanto sia importante ricordare e la memoria non dev'essere una terra straniera".

Subito dopo la signora Leotta (vedova Giuliano) insieme al Capo della Polizia hanno tagliato il nastro, presente anche la signora Laura Iacovoni (la vedova del vice questore Ninni Cassarà) così come i parenti degli altri poliziotti uccisi come la signora Montinaro (moglie del capo scorta di Falcone ucciso anche lui rimasto ucciso nella Strage di Capaci). Diverse le autorità presenti quali il prefetto Forlani, il presidente dell'Ars, Miccichè, la vicesindaca Varchi e i componenti delle altre Forze dell'Ordine e le alte cariche della magistratura.

Nessun commento:

Posta un commento