43 anni fa veniva ucciso il capo della Mobile, Giuliano. Selima: "Uomo eccezionale. L'orgoglio di essere sua figlia colma in qualche modo il dolore"

 di Ambra Drago
Nel giorno del ricordo di Giorgio Boris Giuliano, il capo della Mobile ucciso 43 anni fa sotto i colpi della pistola di Leoluca Bagarella, abbiamo voluto mettere in risalto la figura umana e familiare di questo grande investigatore. "Ho avuto la fortuna di avere un padre eccezionale- continua Selima Giuliano ( che ha altri due fratelli, Emanuela e Alessandro), probabilmente il suo essere anche uomo eccezionale lo aiutava. Sono tante le assenze della mia vita che non potranno essere colmate così come di tutti coloro che hanno perso i padri in questo modo. Penso però che l'orgoglio di essere i loro figli, riesce in qualche modo a colmare questo dolore. Anche da genitori, ci portiamo dentro la voglia di separare il lavoro dalla sfera familiare. E lui ci riusciva, ci ha fatto vivere una vita serena, non avevamo idea di quello che accadeva fuori le mura domestiche".E parlando di future generazioni e del ruolo della memoria abbiamo chiesto a Selima Giuliano come ha descritto la figura di questo nonno ai suoi tre figli. " Ovviamente i miei figli hanno sentito parlare di questo nonno che aveva fatto una scelta. Quello che cerco spiegare loro, soprattutto adesso che stanno crescendo, è indipendentemente dal lavoro che si fa bisogna credere nei propri ideali. E anche il coraggio di scegliere di rimanere in questa terra ( come abbiamo fatto noi che non eravamo di qui) per cercare di migliorare la Sicilia".

E questa mattina la vedova Giuliano, la signora Maria Ines Leotta prima di iniziare la cerimonia in via Di Blasi accanto alle autorità, ha deposto insieme ai nipoti un mazzo di fiori sul luogo dell'agguato.








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