A partire da venerdì 5 agosto l'Area archeologica Monte Jato di San Cipirello (PA) ospiterà tre spettacoli di Teatri di Pietra

A partire da venerdì 5 agosto l'Area archeologica Monte Jato di San Cipirello (PA) ospiterà tre spettacoli di Teatri di Pietra: si parte da CIRCE, poi lunedì 8 DYSKOLOS (LO SCORBUTICO) e sabato 13 AIACE. TEATRI DI PIETRA 2022 Tre gli spettacoli a San Cipirello – PA – Area archeologica Monte Jato Venerdì 5 agosto - CIRCE Lunedì 8 agosto - DYSKOLOS (LO SCORBUTICO) Sabato 13 agosto - AIACE. A partire da venerdì 5 agosto l’Area archeologica Monte Jato di San Cipirello (PA) ospiterà tre spettacoli di Teatri di Pietra: venerdì 5 agosto in scena CIRCE, poi lunedì 8 agosto sarà la volta del DYSKOLOS (LO SCORBUTICO) e sabato 13 agosto AIACE.
La Rosa di Gerico CIRCE cunto di e con Orazio Alba. Circe, liberamente tratto da Omero, dalla sua “Odissea”, sarà raccontata, in modo leggero, divertente, commuovente, da Orazio Alba utilizzando la tecnica antica del “cuntu” siciliano, accompagnato dal suo tamburo e dal suo flauto. Narrerà di una donna nella sua totale sacralità. La donna che crea la metamorfosi. La donna che conosce le forze della natura. La donna che si dona senza risparmiarsi. La donna che affronta il cambiamento per l’evoluzione. In questo racconto Circe viene vista come colei che, riconosciutasi, conosce e con potere agisce; come colei che comprende e non indugia a mettere in discussione se stessa per apprendere nuova conoscenza. Il racconto rispetta totalmente la tradizione del “cunto”, tende alla goliardia, ma anche alla poesia; dona ai personaggi un aspetto umano, naturale: mettendoli a nudo innanzi alla vita che di volta in volta a loro si presenta”
Bottega del Pane
DYSKOLOS (LO SCORBUTICO) di Menandro adattamento e regia Cinzia Maccagnano
maschere Giancarlo Santelli musiche Germano Mazzocchetti costumi Monica Mancini
con Raffaele Gangale, Dario Garofalo, Cinzia Maccagnano, Luna Marongiu, Cristina Putignano
Il Dyskolos rappresenta la forma più compiuta di quella che è stata definita “commedia nuova” greca: esaurita la critica politica del teatro di Aristofane, Menandro concentra la sua attenzione su temi e rapporti che lasciano ampio spazio alla riflessione, alla morale, potremmo dire borghese, di chi accetta con consapevolezza la propria condizione umana. Protagonista è l’uomo, con i suoi piccoli drammi quotidiani, le sue intolleranze e le sue paure, che lo portano a farsi aggressivo e a chiudersi in se stesso e nella stretta gabbia dei propri interessi. Ma sorprendente è la modernità di Menandro, che affida a due giovani, il ricco innamorato Sostrato e il povero e dignitoso Gorgia, un atteggiamento rivoluzionario e la capacità di sciogliere il nodo drammaturgico: la vitalità che scaturisce dall’amore e dalla fiducia nel prossimo vincerà la misantropia e consentirà il superamento della diversa condizione sociale, dando vita ad una nuova comunità. Lo spettacolo utilizza le maschere del maestro Santelli, che riproducono quelle originali del teatro di Menandro, secondo i modelli rinvenuti nella necropoli di Lipari, che diedero vita ad una memorabile edizione all’INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico) di Siracusa.
AIACE di Ritsos con Viola Graziosi regia Graziano Piazza
La storia dell’eroe greco attraverso la voce di una donna. Una donna, forse una proiezione, un miraggio, e un uomo, Aiace, evocato attraverso la voce di lei, ripercorrono insieme la storia dell’eroe greco, il più valoroso dopo Achille. Pieno di dolore per non essersi aggiudicato le armi di Achille dopo la sua morte, accecato da Atena, Aiace fa strage di greggi, credendo di vendicarsi sugli Achei, ma, tornato in sé, non riesce a sopravvivere alla vergogna. Dai fasti delle vittorie fino al grottesco tragico epilogo, la donna riveste i panni dell’eroe attraverso le sue parole e le sue folle azioni, fino ad assumerne quasi le sembianze. Non più moglie e madre e amante, muta e impotente, ma eroina dei nostri giorni. L’Aiace di Ritsos, scritto tra il 1967 e il 1969, è una rilettura della tragedia di Sofocle attraverso la quale il poeta, considerato tra i più grandi del 900, offre una visione lucida e cruda della sua contemporaneità umana e politica. “Nel mettere in scena oggi questo testo – spiega il regista – ho voluto capovolgere le parti per interrogare il lato femminile, sensibile dell’eroe, quella voce muta che finalmente arriva al centro della scena e prende parte alla battaglia del vivere. L’Aiace di Ritsos è un eroe per forza, umiliato dall’impotenza della ‘normalità’, di ciò che gli altri gli impongono di essere. Un Uomo che combatte le sue vicende quotidiane, teso verso un percorso mitico, ma a cui il destino fa compiere azioni ridicole e che, infine, scopre la liberazione di perdere ogni cosa. Dramma interiore di quanto al di là del genere il mito ci abita, ci muove, ci sorprende nelle piccole pieghe quotidiane della nostra esistenza contemporanea, ci permea di grandezza e di impotenza nello stesso tempo”
Ecco le date in Sicilia (in aggiornamento): Pantelleria - TP - Faro Punta Spadillo 21- 24 luglio – 4 spettacoli Marsala – TP - Parco Archeologico Lililibeo - 21 luglio - 24 agosto - 6 spettacoli Milazzo - ME - Castello Ex Convento Benedettine 22 luglio - 17 agosto 6 spettacoli Modica - RG - Chiostro S.Maria del Gesù 30 luglio – 8 agosto - 4 spettacoli Cattolica Eraclea - AG - Area Archeologica Eraclea Minoa - 30 luglio - 18 agosto - 5 spettacoli Caltanissetta - CL - Parco Archeologico Palmintelli 31 luglio con 4 spettacoli Caltanissetta - Parco Archeologico di Gela - Area archeologica Palmintelli – 31 luglio – 5 spettacoli Progetto reso possibile grazie alla collaborazione degli assessorati regionali siciliani competenti, ai Parchi archeologici e alle amministrazioni siciliane direttamente coinvolte. In tutto il territorio italiano la Rete Teatri di Pietre sarà presente in 27 aree archeologiche e monumentali italiane nel Lazio, Toscana, Campania e Basilicata.

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