Cittadinanza onoraria a ex Questore Cortese. "Palermo mia compagna di viaggio con la quale ho condiviso battaglie. Mi restituisce una grande gioia"

di Ambra Drago
Una Sala delle Lapidi gremita per il Dirigente Generale della Polizia e già questore di Palermo, Renato Cortese, da oggi entrato a far parte ufficialmente della comunità Palermitana avvenuta con la consegna della cittadinanza onoraria. Tra i banchi a salutarlo con un fragoroso applauso ci sono loro, i ragazzi del "Gruppo Duomo" ,che con lui hanno stanato e catturato pericolosi latitanti da Aglieri a Giovanni e Enzo Brusca, passando per Spatuzza e Grigoli poi nel 2006 Bernardo Provenzano. Insieme a loro esponenti del mondo delle associazioni, colleghi della Questura di Palermo e Primi Dirigenti della Polizia, le alte cariche civili e militari e Frà Mauro Billetta. Tutti pronti a rendere omaggio a Renato Cortese, Questore di Palermo da marzo 2017 al 21 ottobre 2020. Proprio quel giorno scrisse una lettera commossa e di commiato alla città che l'aveva accolto con affetto, che l'aveva visto crescere e invecchiare, che lo aveva visto soffrire e gioire e che con lui aveva sofferto e gioito.
Era stato un addio doloroso anche per le modalità. Cortese si ritrovò a lasciare all'improvviso e con il "cuore spezzato" come scriveva nella lettera  il capoluogo siciliano. Era andato via per per "ragioni di opportunità" dopo la condanna in primo grado per il processo sul caso del trattenimento e dell'espulsione dall'Italia di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente e latitante kazako Muktar Ablyazov, e della figlia Alua. Sentenza che il 9 giugno di quest'anno, la Corte d'Appello di Perugia ha ribaltato, assolvendo con la formula piena perchè il fatto non sussiste il Dirigente Generale. E Palermo in questi anni con discrezione, fiducia, non ha mai perso la speranza dimostrando di sapere aspettare la verità.
E di voler contraccambiare tutto l'impegno e la professionalità, che questo uomo, classe 64', originario di Santa Severina in Calabria, ha messo da semplice poliziotto prima (entrato nei ranghi della polizia nel 92 e la prima destinazione fu proprio Palermo) e da funzionario poi(ricoprendo dopo 25 anni la carica di autorità provinciale di pubblica sicurezza) ha messo in campo senza risparmiarsi. 
Visibilmente emozionato Cortese ha accolto con entusiasmo la consegna della cittadinanza onoraria di Palermo, dove è cresciuto come poliziotto e come funzionario e che da sempre ha considerato casa sua. "Bello ritornare a Palermo, esordisce Cortese-riascoltare le voci, la melodia dei suoni e vedere l'affetto che la gente mi riserva. Palermo è la mia compagna di viaggio con la quale ho condiviso molte battaglie. Ricevere la cittadinanza onoraria è un enorme emozione. Mi vengono in mente tante immagini, tanti ricordi, pezzi di vita. Oggi è Palermo che mi restituisce un grande momento di gioia. Grazie Palermo sono veramente felice perché sono diventato parte integrante di questa comunità. Per tanti anni ho dato il massimo per questo territorio e oggi mi sento realmente cittadino.E' una gioia, un onore e un grande orgoglio". Poi un pensiero per Frà Mauro presente con i suoi bambini del quartiere dei Danissini, "un amico prezioso" lo definisce Cortese. Negli anni da questore, Cortese nei suoi incontri culturali e momenti di memoria all'interno dell'edificio di salita Manganelli ha aperto le porte alla gente e ai giovani e scolaresche.
"La giustizia, la legalità è un patrimonio di tutti. Per questo da Questore ho ritenuto di aprire le porte. Perché la lotta alla mafia si è fatta da importanti indagini e di brillanti operazioni di polizia giudiziaria ma non può essere solo questo. E noi come uomini delle Istituzioni abbiamo il dovere di diffondere la cultura dell'antimafia, di arrivare a tutti, soprattutto con il linguaggio, coinvolgendo i giovani di Palermo nei cui occhi ho visto in tutti questi anni la voglia di stare dalla parte giusta".
Un momento di comunione e di vicinanza alla gente affinché i presidi territoriali di sicurezza come più volte ha avuto modo di dire il Dirigente Generale della Polizia, non devono occuparsi  solo di repressione ma che siano anche luoghi di dialogo e di comprensione. "Frà Mauro parla da solo, sottolinea Renato Cortese. Ho imparato tantissime cose da lui. Ho capito che bisogna partire da coloro che stanno peggio di noi e essere per loro un punto di riferimento". Un ringraziamento sentito e accorato quello del Dirigente Generale a tutti presenti. Alla cerimonia ha preso parte anche l'attuale Questore di Palermo, Leopoldo Laricchia che ha salutato il collega e ancora il neo procuratore della Repubblica Maurizio de Lucia, il presidente del tribunale Antonio Balsamo, l'ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, oggi a capo del Tribunale del Vaticano e il procuratore di Palermo Marzia Sabella, per anni alla Direzione Distrettuale Antimafia e che nel 2006 lavorò con Cortese alla cattura di Provenzano. E il primo cittadino, Roberto Lagalla nel suo discorso introduttivo ha sottolineato come "Quella di oggi è una iniziativa caldeggiata e approvata da tanti palermitani. Questo non può che farmi piacere perché oltre alle doti di fine ed eccellente investigatore il tratto umano e l'approccio alla gente comune ha lasciato il segno".

Ecco la motivazione scritta sulla pergamena che il sindaco ha consegnato a Renato Cortese: "Per l’impegno dimostrato, a rischio della propria incolumità, nella lotta contro il radicato e oppressivo fenomeno mafioso, contribuendo in modo significativo al processo di liberazione della nostra Città dall’influenza di Cosa Nostra. Per avere avviato e condotto lunghe e delicate attività investigative della Polizia di Stato che hanno portato all’arresto di soggetti criminali coinvolti nelle stragi di Capaci e Via D’Amelio e nell’assassinio di Padre Pino Puglisi, sino alla cattura dell’allora esponente di vertice della cupola mafiosa, latitante da più di un quarantennio, così disarticolando la fitta rete mafiosa e determinando il sequestro di ingenti patrimoni. Per avere saputo cogliere e interpretare il mutamento delle organizzazioni criminali e mafiose, attivando aggiornate strategie investigative, capaci di intercettare illegali flussi economici, anomali reimpieghi di capitali illecitamente accumulati e infiltrazioni nella Pubblica Amministrazione.Per avere affiancato alla ferma e risoluta attività repressiva, l’analisi del tessuto sociale e umano della nostra Città, ponendo particolare attenzione ai quartieri più disagiati, con l’obiettivo di favorirne il benessere sociale e la crescita civile, avendo particolare riguardo ai minori e alle giovani generazioni. Per avere promosso, presso la Questura di Palermo, incontri, dibattiti e manifestazioni culturali, mirate all’approfondimento e al rinnovo della memoria di dolorose pagine della storia di questa Città. Per l’essersi distinto, nel corso della sua lunga carriera e, in particolare, nel periodo di servizio svolto presso la Questura di Palermo, come fedele servitore dello Stato e delle Istituzioni repubblicane, coniugando, nell’affermazione dei principi di libertà, legalità e giustizia, coraggio e determinazione professionale con un personale e distintivo tratto umano".
Dopo la consegna della pergamena a chiusura del momento strettamente istituzionale, il primo cittadino con Renato Cortese, il vicesindaco Carolina Varchi, l'assessore Maurizio Carta e tutti i presenti alla cerimonia si sono spostati nell'atrio di Palazzo delle Aquile dove la banda dell'Istituto Regina Margherita ha eseguito un emozionante Inno di Mameli.

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