Il sogno di una Compagnia aerea della Sicilia si porta dietro illusioni, fallimenti e sprechi di denaro pubblico e privato

di Giancarlo Drago
Sembra che la Sicilia non finisca mai di sognare. Si riparla del Ponte sullo Stretto, si riparla di una compagnia aerea regionale.
Ma se sul ponte costi e delusioni non sono mancate, non si può dire meno per le compagnie di volo made in Sicily. Si era sul finire degli anni’80 quando l'allora presidente della regione, Rino Nicolosi, promosse la creazione della Las (Linee aeree siciliane). Idea supportata dall'articolo 17 dello statuto autonomistico che riconosce alla Sicilia una competenza concorrente in materia di trasporto. A gestire l'operazione è stato Elio Rossitto, consulente di Nicolosi, coinvolto poi nella tangentopoli catanese per altri motivi. Partner della regione era Aurelio Paolinelli, finanziere della Unifly express, anche lui finito in grane giudiziarie per un fallimento.Se il sogno di un ottimo e visionario presidente come Nicolosi durò appena sei mesi, durerà circa otto anni l’ impresa di Luigi Crispino, da Caltagirone, fondatore e anima di Air Sicilia, meno ambiziosa, ma che riuscirà a gestire, pur fra qualche sospensione e difficolta economica, una rete di voli per molte località, fino a un’infausta conclusione fallimentare nel 2003.

L’ ultima avventura nei cieli nasce ancora in provincia di Catania, quando nel 2003, dopo la scomparsa di Air Sicilia, Antonino Pulvirenti, titolare anche della squadra Calcio Catania e di svariate attività commerciali nella grande distribuzione alimentare, crea la Wind Jet, operante con una notevole flotta anche in Europa, che però finirà anch’essa travolta dalle manie di grandezza dell’imprenditore di Belpasso , cessando l’attività nel 2012.

Dopo dieci anni di silenzio, sull’onda delle proteste sul caro voli dell‘ attuale presidentedella regione Schifani, si torna a parlare di una compagnia aerea regionale sia per i costi elevati dei biglietti, sia per le difficoltà a trovare i collegamenti stabili con le isole minori, malgrado i sostegni offerti ai pochi vettori disponibili.

Ed ecco spuntare una compagnia aerea “virtuale” , Aerolinee siciliane, creata un paio di anni fa dal già noto imprenditore calatino Luigi Crispino, che punta a colmare questo vuoto.

In una nota ufficiale lui si dichiara "a disposizione del progetto di una nuova compagnia aerea siciliana, mettendo a disposizione capitale e competenze”.
Ora il problema dei collegamenti fra Sicilia e resto del mondo è sentito e pressante, ma è anche necessario che esperienze e personaggi del passato servano come monito per procedere a scelte di partner esperti e affidabili, non in cerca di avventure o, peggio ancora, di soldi pubblici.
L’esperienza di Termini Imerese grida ancora vendetta.

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