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Gaspare Spatuzza dopo 26 anni torna definitivamente libero. Svelò il depistaggio sulla strage di via D'Amelio
Torna definitivamente libero dopo 26 anni, Gaspare Spatuzza seppur dovrà osservare alcune prescrizioni per i prossimi cinque anni. Come quella di non frequentare pregiudicati o non uscire dalla provincia in cui prenderà la residenza senza un’autorizzazione della Questura. Affiliato alla famiglia di Brancaccio all'epoca guidata dai fratelli Graviano, Il cinquantottenne soprannominato "U' Tignusu" è stato condannato per le bombe di Roma, Firenze e Milano, per l'omicidio di Padre Pino Puglisi il 15 settembre del 1993, e per il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di Santino, poi sciolto nell'acido e ucciso. Arrestato nel luglio del 1997 dalla Catturandi della Squadra Mobile di Palermo, Spatuzza ha trascorso undici anni al 41 bis fino a quando nel 2008 decise di parlare con i magistrati confessando le Stragi "continentali" per le quali era già stato condannato ma anche di quelle per le quali non era sospettato, ovvero via D'Amelio e Capaci. Pentitosi smascherò il depistaggio e il pentito Scarantino. Dopo il 2010 la collaborazione di Spatuzza è continuata tra permessi premio, domiciliari e ora è arrivata la liberazione condizionale. Un percorso di collaborazione di giustizia come hanno ritenuto i giudici in particolare il Tribunale di Sorveglianza con il parere di tutte le Procure antimafia, un ravvedimento che si è andato ad affiancare anche a quello religioso.
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