Frode bonus edilizi. Sequestro preventivo di cripto valute e oro per otto milioni: sei gli indagati

Sequestro preventivo per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro. In particolare  sono state individuate due società di capitali con sede a Palermo, operanti nel settore edile, entrambe prive di strutture e mezzi idonei per la realizzazione degli interventi edilizi oggetto di bonus, una delle
quali costituita inoltre in pieno periodo pandemico, che avrebbero emesso fatture false relative ad interventi di
riqualificazione edilizia in realtà mai eseguiti, al fine di maturare indebitamente crediti connessi:
• al bonus facciate, per cui è prevista la detrazione delle spese nella misura del 90%;
• all’ecobonus, per cui è prevista la detrazione delle spese nella misura del 65%;
• al bonus recupero patrimonio edilizio, per cui è prevista la detrazione delle spese nella misura del 50%.L’ipotizzato meccanismo fraudolento, ricostruito anche attraverso l’approfondimento di segnalazioni di
operazioni sospette e con specifiche analisi dei flussi finanziari, avrebbe permesso ai destinatari delle false
fatturazioni di conseguire fittizi crediti d’imposta per oltre 6 milioni di euro.

Tali crediti, attraverso l’opzione dello sconto in fattura,
sono stati ceduti alle due citate società, che in parte li hanno monetizzati cedendoli a intermediari finanziari
ovvero ad altre persone giuridiche.

Una quota dei profitti, per un importo di oltre un milione di euro, è stata poi reinvestita dal principale indagato
per effettuare investimenti in oro nonché in criptovalute, detenute su diverse piattaforme online.
Allo stato, risultano indagate, a vario titolo, sei persone fisiche per emissione di fatture false, omessa
presentazione della dichiarazione dei redditi, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed
autoriciclaggio.
Condividendo le ipotesi investigative prospettate dai finanzieri e considerata la condotta dissimulativa del
profitto illecito, la Procura di Palermo ha emesso un decreto di sequestro preventivo d’urgenza, anche nella
forma per equivalente, che ha permesso di sottoporre a vincolo cautelare reale ingenti crediti d’imposta ancora
detenuti nei cassetti fiscali delle società coinvolte, interrompendone dunque la circolazione e impedendo la
commissione di ulteriori condotte delittuose in danno dell’Erario, nonché 25 rapporti finanziari, 10 immobili, 2
autoveicoli e quote societarie.

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