I beni confiscati alla criminalità organizzata di Rosa Laplena. "Nella gestione il Terzo Settore deve avere un ruolo importante ma occorre che la cooperazione faccia un salto di qualità""

di Ambra Drago
Un saggio corredato di dati statistici e diagrammi utile a muoversi nel tema sempre attuale dei beni confiscati. Stiamo parlando del libro edito MEDITER ITALIA della madonita, precisamente di San Mauro Castelverde Rosa Laplena. Noi di Siciliaunonews abbiamo avuto modo di intervistare l'autrice. Un lavoro di ricerca e di approfondimento che parte dall'analisi del quadro normativo e quindi dalla legge "Rognoni-La Torre" passando per il D.L. 230/1989
( Disposizioni urgenti per l'amministrazione e la destinazione dei beni confiscati ai sensi della legge 31 maggio 1965, n.575 che introduce la figura dell'amministratore del bene sino ad arrivare al "Decreto sicurezza" n.113 del 2018 che ha disposto la vendita dei immobili confiscati anche per sostenere la Agenzia nazionale dei beni confiscati senza abbandonare le fonti anche in materia di diritto comunitario. Ma nel testo di 109 pagine l'autrice parla anche dei modelli applicativi al riuso sociale del bene, dei lavoratori una sfida per l'economia del mercato, e di una "Governance multilivello" sia nazionale che locale. Ma procedendo per ordine abbiamo chiesto alla scrittrice da dove ha sentito l'esigenza di trattare un tema così delicato e attuale. "Io nasco con l'antimafia sociale all'indomani della morte di Pio La Torre sottolinea Rosa Laplena esperta di gestione dei beni confiscati . Poi da simpatizzante di sinistra anche dopo la morte di un politico di tale carisma ho sentito l'esigenza di trattare dei temi specifici. Nel 1982 tra l'altro a San Mauro Castelverde vincono le elezioni una lista civica con a capo un comunista che si contrapponeva alla democrazia cristiana dell'epoca. E io cresco in questo quadro, via via ho fatto anche la consigliera comunale poi ho ricoperto un ruolo all'interno della Cgil. Poi in questi 23 anni di antimafia sociale mi è capitato di imbattermi in un progetto nel corleonese che ho seguito per 18 mesi e allora ho visto un altra sfaccettatura diversa. Ovvero non abbandonare il campo impegnarsi anche nel trattare certe tematiche". Da tutta questa analisi cosa ha colto l'autrice Rosa Laplena. "Vede l'analisi intanto era necessaria soprattutto per parlare di beni confiscati. Dai numeri non si può scappare. I numeri erano impietosi ( quasi 20 mila di beni confiscati, in particolare beni immobili il terzo settore ne gestisce appena 947). Ecco alcuni interrogativi che mi sono anche posta del tipo: " E' dovuto alla difficolta di accesso credito'". Allora abbiamo chiesto a Laplena perchè il Terzo settore incontra difficoltà così grandi e la risposta è stata chiara . "Il terzo Settore essendo un soggetto di volontariato ed ha difficoltà questo sicuramente è un un dato. Poi si basa su progetti singoli, non c'è un'idea di sistema. Ritengo invece che la cooperazione può fare di più ed è questa l'idea che trapela nel libro. Anche perchè questi beni diventano produttivi ma anche i beni del sociale forniscono servizi. Di fronte al momento storico la normativa si è adeguata ma non è sufficiente. Quello che metto in evidenza nel libro è il concetto di "Governance" direi necessario". Abbiamo chiesto all'autrice come vede il ruolo della gestione dei beni da parte dell'Agenzia Nazionale. "Personalmente nel 96' mie era stato chiesto dall'allora Governo di scrivere un'idea di come gestire i beni confiscati. L'agenzia era necessaria perchè sono davvero tanti i beni. Purtroppo questo organismo non nasce in accordo con il ministero dello Sviluppo economico, bensì dell'Interno. Io comunque sono stata sempre positiva sul ruolo dell'Agenzia ed ho apprezzato l'impegno anche a distanza di 10 anni con un bando per il Terzo Settore. Ma ritengo che lo Stato va aiutato, proponiamo queste Governance e vediamo cosa si può fare insieme". In conclusione le abbiamo chiesto le aspettative da questo libro e se la gente può apprezzare a pieno questo saggio. "Questo libro nasce dall'esigenza mia di fare un punto dopo 23 anni di impegno ma soprattutto di aprire un dibattito su come tutti insieme possono essere costruite azioni di sistema. Ritengo che bisogna applicare la legge nell'ordinarietà e dobbiamo portare tutto a questo e non alla straordinarietà. C' è un problema sicuramente per il Terzo settore di accesso al credito. Creare un fondo da istituire dentro il  Fondo unico di Giustizia  volto a assicurare l'accesso al credito bancario delle aziende sottoposte a sequestro o confisca, alimentato da una quota parte delle somme sequestrate e confiscate e da un contributo elargito dagli istituti di credito, di cui sia stata giudiziariamente accertata la malafede nell'erogazione dei mutui. Tutelare i dipendenti di aziende sequestrate o confiscate anche tramite forme di agevolazione fiscale. Giusto per fare dare un'idea di proposte.
Inoltre sono stata molto critica sul Codice antimafia. Alla prima lettura alla Camera, il relatore aveva previsto 7 milioni di euro per i progetti sui beni confiscati poi nel passaggio al Senato questo aspetto è sparito. Il Terzo Settore deve entrare nel sistema ma ritengo che un ruolo importante deve essere svolta dalla Cooperazione che deve fare il salto di qualità".
Il libro è stato presentato nello spazio denominato "Planetario" all'interno di "Una Marina di Libri".
 
Intanto il libro che vede la prefazione del magistrato e componente del Pool Antimafia, Giuseppe Di Lello è stato presentato all'interno della manifestazione "Una Marina di Libri". Il dibattito si è tenuto nello spazio denominato "Planetario" e ( partendo dalla sx della foto) hanno partecipato Luca Li Vecchi Presidente Cooperativa 
Verbumcaudo, Umberto Santino Presidente Centro Studi Giuseppe Impastato , l'autrice, al centro il giornalista Nino Amadore e poi l'avvocato Mariarita Scacciaferro e lo storico Elio Sanfilippo.  



 

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